Roma
è ormai il passato, il presente è ancora Trieste. In mancanza di una casa loro,
i Joyce s’installano in quella di Stannie,
trasferitosi al 32 di via San Nicolò, terzo piano, lo stesso stabile dove fino
al 1906 vi era la Berlitz School -
mentre la casa al numero 30 nel frattempo è stata abbattuta per far posto alla
costruzione tuttora esistente.
Per
sbarcare il lunario, Joyce contatta alcuni dei suoi vecchi allievi - il conte
Sordina, il barone Ralli e Roberto Prezioso - riproponendosi per dar loro lezioni
private. Temendo la sua concorrenza, Artifoni decide di riassumere Joyce,
offrendogli un salario settimanale di 15 corone per sei ore d’insegnamento. Una
cifra modesta, è vero, che lui accetta senza esitare.
1907, marzo. Tramite l’amico Francini Bruni, Joyce viene introdotto nella redazione del Piccolo della sera (allora nel Palazzo Tonello, piazza Goldoni 1, all’inizio di via Silvio Pellico) dove il direttore Roberto Prezioso, a cui James impartisce lezioni d’inglese, gli chiede di scrivere degli articoli sulla situazione politica irlandese, un’idea che viene benedetta da Teodoro Mayer, fondatore del Piccolo e del Piccolo della sera, uomo di cultura a cui non sfugge l’idea di camuffare il fremito irredentista triestino dietro il paravento dell’identico sogno del popolo irlandese. Mayer intende pagar bene questi scritti e per Joyce è manna caduta dal cielo. Già il 22 marzo, due settimane dopo il suo rientro da Roma, esce Il Fenianismo, il primo articolo scritto da Joyce in lingua italiana con la supervisione di Silvio Benco, che trova ben poco da correggere tanto che dopo il terzo articolo - L’Irlanda alla sbarra (16.09.1907) - la sua presenza non è più utile.
1907, marzo. Tramite l’amico Francini Bruni, Joyce viene introdotto nella redazione del Piccolo della sera (allora nel Palazzo Tonello, piazza Goldoni 1, all’inizio di via Silvio Pellico) dove il direttore Roberto Prezioso, a cui James impartisce lezioni d’inglese, gli chiede di scrivere degli articoli sulla situazione politica irlandese, un’idea che viene benedetta da Teodoro Mayer, fondatore del Piccolo e del Piccolo della sera, uomo di cultura a cui non sfugge l’idea di camuffare il fremito irredentista triestino dietro il paravento dell’identico sogno del popolo irlandese. Mayer intende pagar bene questi scritti e per Joyce è manna caduta dal cielo. Già il 22 marzo, due settimane dopo il suo rientro da Roma, esce Il Fenianismo, il primo articolo scritto da Joyce in lingua italiana con la supervisione di Silvio Benco, che trova ben poco da correggere tanto che dopo il terzo articolo - L’Irlanda alla sbarra (16.09.1907) - la sua presenza non è più utile.
L’uscita del primo articolo richiama l’interesse
degli ambienti culturali triestini su Joyce e un suo allievo, il dottor Attilio
Tamaro, gli propone un ciclo di tre conferenze sull’Irlanda, pagate 20 corone. La prima - Irlanda, isola dei
santi e dei savi - si tiene il 27 aprile nel salone della (vecchia) Borsa, piazza
della Borsa 17 (oggi 14), davanti ad un folto pubblico e ai clienti della
Berlitz.
Alla fine di marzo Joyce riceve dall’editore
Elkin Mathews le bozze di Chamber Music,
raccolta di poesie arrivate in libreria il 6 maggio con tiratura di 507 copie.
Al 24 luglio 1908 se ne erano vendute 127 e nel 1913 il numero delle copie vendute
era ancora inferiore a 200.
A metà luglio una febbre reumatica (o
uveite?) colpisce Joyce, con ricovero all’ospedale municipale, dove rimane fino
ad agosto. Pochi giorni dopo il ricovero di James anche Nora è condotta
Ospedale Civico (oggi Maggiore, piazza dell’Ospitale), dove il 26 luglio, nel
reparto dei poveri, partorisce Lucia Anna. Malgrado le promesse, Artifoni non
paga il sussidio malattia e la municipalità triestina, vista la grave
situazione familiare, offre alla puerpera la carità di 20 corone previste per i
casi d’indigenza.
8 settembre: ristabilitosi dalla malattia,
James dichiara a suo fratello che una volta terminato The Dead avrebbe riscritto per intero Stephen Hero - e il 29 novembre già ne aveva rivisto il primo
capitolo.
Ristabilitosi in salute, a partire dal mese
di settembre Joyce lascia la Berlitz e si dedica alle lezioni private, avendo
per clienti i componenti delle famiglie ricche di Trieste, tra cui Ettore
Schmitz e sua moglie Livia Veneziani. I rapporti tra l’insegnante e i due
allievi cambiano quando, verso la fine dell’anno, Joyce legge loro, ad alta
voce, The Dead. Commossa da quel
racconto, la signora Schmitz scende nel giardino della villa, raccoglie un
mazzo di fiori e ne fa omaggio al professore. A questo punto, Ettore Schmitz
rivela a Joyce d’essere l’autore di due libri, Una vita e Senilità, pubblicati
a sue spese coi nom de plume di Ettore
Somigli (il primo) e Italo Svevo (il secondo), due romanzi invenduti e totalmente
ignorati dalla critica. Joyce torna a casa coi due libri in tasca, li legge e
quando torna dai coniugi Schmitz-Veneziani si dichiara entusiasta di quei
racconti, recitandone interi brani imparati a memoria.
10 novembre: Stanislaus annota sul suo
diario: “Jim mi ha detto che sta ampliando il racconto Ulysses e lo sta trasformando in un piccolo romanzo, e che ne farà
un Peer Gynt dublinese”. Lo stesso
mese Elkin Mathews respinge il secondo manoscritto di Dubliners.
Dopo aver soggiornato per alcuni giorni in
casa dei Francini, dal 1° dicembre Stanislaus, James, Nora e i due figlioletti
traslocano in uno squallido locale di fortuna in via Santa Caterina 1, primo
piano. Vi resteranno fino al 25 aprile 1909. Per la mancanza di un corridoio,
per andare nella loro camera da letto James e Nora devono attraversare la
stanza di Stanislaus, una situazione di promiscuità che James userà nell’ultimo
capitolo dell’Ulysses, con l’ambiguo
triangolo formato da Molly Bloom, Leopold e Stephen. Del resto, l’abitudine di
restar fuori la notte a bere e rientrare ubriaco fradicio non agevola un canonico
ménage matrimoniale…
1908. A maggio Joyce ha
un nuovo, grave attacco di febbre reumatica (o uveite?), mentre Dora è di nuovo
incinta. I medici, per preservare il feto dall’affezione venerea contratta dal
marito - uso a frequentare bordelli popolari - prescrivono alla donna una
medicina a base d’arsenico e il 4 agosto 1908 la gravidanza termina con un
aborto spontaneo.
La stretta convivenza dei fratelli con Nora
impone un nuovo trasloco. James trova un appartamento più spazioso e fornito di
corridoi al secondo piano di via Vincenzo Scussa 8. Ma subito vi è un problema:
in attesa del trasloco, previsto in ottobre, il proprietario, Giovanni Scholz, chiede
una caparra di 600 corone, una cifra che i fratelli Joyce non possiedono. Viene
loro in aiuto il già citato Ettore Schmitz alias
Italo Svevo, disposto ad anticiparne 200 ma non oltre. Altre due persone
disposte ad aiutare i Joyce sono Nicola Santos, un commerciante di frutta, e un
allievo di Stanislaus alla Berlitz School,
che si lascia spillare 400 corone. Raggranellata l’intera cifra ecco nascere un
ulteriore problema: vantando un discreto credito sull’affitto arretrato, la
proprietaria dell’alloggio di via Santa Caterina sequestra i mobili e le
suppellettili portate da Joyce. Preso tra due fuochi - se pagano gli arretrati
non hanno più i soldi per pagare l’acconto; se non pagano dovranno comperare nuovi
mobili e suppellettili, azzerando il prestito ricevuto - i fratelli decidono di
rimanere al vecchio indirizzo, decisione che introduce un ennesimo problema
famigliare: James vorrebbe tenersi le 400 corone avute in prestito dall’allievo
di Stanislaus, questi è invece risoluto a renderle al suo legittimo
proprietario. Conclusione: esasperato e furibondo Stannie decide di separarsi da James e fatta la valigia si
trasferisce in una stanza al quarto piano di via Nuova 27 (ora via Mazzini).
1909. Bando alle
indecisioni, nel mese di marzo la famiglia si trasferisce nell’appartamento al
primo piano di via Vincenzo Scussa 8, tra via Giulia e via dell’Acquedotto
(oggi viale XX Settembre). Vi resteranno fino al dicembre 1910. Tra i luoghi
frequentati da Joyce c’è la birreria Dreher
in fondo a via Giulia, oggi trasformata in una discoteca, e il caffè San Marco di corsia Stadion (oggi via
Cesare Battisti), tipico ritrovo degli irredentisti e degli intellettuali
triestini, frequentato a lungo da Stanislaus. Nella vicina piazza San Francesco
d’Assisi vi è la sinagoga, inaugurata il 27 giugno 1912, il più grande tempio
israelitico allora esistente.
Ripresosi dallo sconforto procuratogli dal
rifiuto di Dubliners, Joyce chiede all’editore
Matheuws di inviare il manoscritto a un altro editore, Maunsel & Co. e subito
dopo, fattosi anticipare il costo di un anno di lezioni da un suo allievo, il
26 o 27 luglio parte per Dublino portandosi appresso suo figlio Giorgio. I due
restano in Irlanda fino al 9 settembre.
Questo viaggio in Irlanda inizia male: a
Dublino, un vecchio amico, Vincent Cosgrave, parlando con Joyce trova il modo
d’insinuare che prima di lui Nora avesse avuto un altro uomo. James si scopre
geloso e lancia accuse farneticanti, via lettera: “La prima notte che dormii con te a Zurigo era l’11 ottobre e lui è nato
il 27 luglio. Ciò significa nove mesi e sedici giorni. Ricordo che c’era troppo
poco sangue quella notte…” Nora si chiude in un silenzio, senza fugare i
dubbi. Un tragico momento, questo, inserito più volte sia nell’Ulysses che nel dramma Exiles.
Il 6 agosto Joyce firma il contratto con l’editore
Maunsel & Co., che promette l’uscita di Dubliners
per il marzo 1910.
13 settembre: Joyce, sua sorella Eva e
Giorgino arrivano a Trieste.
21 ottobre: Joyce è a Londra
25 ottobre: scrive da 44 Fontenoy Street,
Dublino
Il 24 dicembre è ancora al 44 Fontenoy
Street, Dublino
1910. Il 12 febbraio Joyce
è di nuovo a Trieste.
Agosto (dicembre in Lettere). La famiglia Joyce si sposta in via Barriera Vecchia 32
(ora via Oriani 2), al terzo piano dello stabile che ingloba la Farmacia
Picciola (proprietario di casa dei Joyce). Vi resteranno fino al 1° settembre
1912. In seguito, questo quartiere è stato abbattuto, creando l’attuale largo
Barriera Vecchia. Quasi di fronte all’appartamento dei Joyce si apre la
raffinata pasticceria fondata nel 1900 da Alberto Pirona, frequentato ogni
giorno da James sia per degustare i «vini scelti» che per «sbocconcellare
dolci, annaffiandoli di rosoli per corroborare l’ispirazione».
A pochi passi, in via del Solitario 11 (ora
via Foschiatti 7) vi è il bordello chiamato La
chiave d’oro, quasi certamente frequentato da James, e tutt’intorno tante
osterie, ambienti dove di notte è possibile assistere a risse col loro contorno
di epiteti che nell’episodio di Eumeo
dell’Ulysses Joyce trascriverà,
mantenendo il dialogo in lingua italiana.
In via della Barriera Vecchia 2 (oggi corso
Saba 6) abita il conte Francesco Sordina, uno degli allievi di Joyce alla
Berlitz School. Nel 1915 saranno lui e il barone Ralli a far avere ai Joyce un
salvacondotto per la Svizzera.
1911: gennaio. Gli
impegni presi dall’editore Maunsel & Co. prevedono l’uscita di Dubliners entro il 20 gennaio, ma così
non è. L’editore pretende nuovi tagli al testo, censurando ogni riferimento al
re Edoardo VII. A luglio, infuriato, Joyce apre un’azione legale contro l’editore.
Nel suo dramma Exiles, scritto tra il 1911 e il 1914, Joyce s’interroga sulla
complessità dei rapporti di coppia ed è attratto dalle implicazioni
psicologiche del ménage à trois,
complice la corte pressante che Roberto Prezioso, pro-direttore del Piccolo della sera, riserva a Nora,
finito con un alterco all’interno del caffe Stella
Polare di via Sant’Antonio (ora all’angolo tra via Dante e piazza Sant’Antonio nuovo).
1912. Il farmacista Picciola reclama i soldi dell’affitto. Joyce racimola dei soldi tenendo due conferenze su Defoe e Blake per l’Università Popolare e tenute presso la Scuola civica cittadina di via Giotto, con ingresso in via Gatteri 3. Il tema scelto dallo scrittore fu Verismo ed idealismo nella letteratura inglese (Daniel De Foe - William Blake).
1912. Il farmacista Picciola reclama i soldi dell’affitto. Joyce racimola dei soldi tenendo due conferenze su Defoe e Blake per l’Università Popolare e tenute presso la Scuola civica cittadina di via Giotto, con ingresso in via Gatteri 3. Il tema scelto dallo scrittore fu Verismo ed idealismo nella letteratura inglese (Daniel De Foe - William Blake).
Joyce tenta anche d’inserirsi come docente
nella scuola italiana (Trieste è austro-ungarica) e dal 24 al 30 aprile 1912 è
a Padova, dove supera le prove scritte e orali (421 punti su 450), ma la laurea
irlandese non è valida in Italia, quindi tutto è inutile. Nel frattempo Nora e
Lucia sono in Irlanda e siccome tardano a rientrare James si fa anticipare i
soldi di 12 lezioni da Svevo e il 14 o 15 luglio arriva a Dublino, di sorpresa,
con Giorgino. Approfitta del viaggio per cercare di sbloccare la situazione con
la Maunsel & Co.
Ad agosto, sapendo che i Joyce sono in
Irlanda, il padrone di casa li sfratta dando loro tempo fino al 24 agosto per
fare il trasloco avendo Picciola un nuovo inquilino pronto a subentrare. Il 20
di agosto James scrive a sua sorella Eileen, di far portare i mobili più
importanti in casa della signora Borsieri, dirimpettaia, e di affidare i
manoscritti alla moglie di Francini.
15 settembre: come sempre tocca a Stanislaus
risolvere i problemi del fratello, trovandogli un appartamento in via Donato Bramante
4 (costruito nel 1911, proprietà di Giovanni Widmer), trasferendovi i mobili.
In Irlanda Gente di Dublino trova l’ostracismo del tipografo e tutto viene
annullato. Il 15 settembre i Joyce arrivano a Trieste e raggiungono Eileen nel
nuovo appartamento di via Bramante, al secondo piano. Oggi la breve scalinata
accanto al palazzo porta il nome di Scala
James Joyce.
Novembre: Joyce accetta di effettuare un
ciclo di 12 conferenze serali in lingua inglese sull’Amleto presso la sala della Società di Minerva in via Carducci 28
(oggi 24), secondo piano. Si conoscono le date della prima (11 novembre), della
seconda (2 dicembre) e della dodicesima e ultima (10 febbraio 1913).
1913, gennaio.
Sponsorizzato da Svevo, Veneziani e Vidacovich, Joyce viene assunto alla Scuola
Superiore di Commercio Pasquale Revoltella, in via Carducci 12; 8 ore d’insegnamento
alla settimana in cambio 1500 corone. Ha il pomeriggio libero, che usa per dare
lezioni private (pur restando in famiglia l’innata abitudine a scialare, a
prendere tutto a credito ed evitando qualsiasi pagamento, pigione inclusa).
Novembre. Si riaccende la speranza di vedere
pubblicato Dubliners, ormai tagliato,
censurato, riscritto. Grant Richards, l’editore che l’aveva rifiutato sette
anni prima, ha cambiato idea. Il volume uscirà il 15 giugno 1914.
In via Bramante Exiles, concepito dal novembre 1913, trova la sua forma definitiva.
Sarà stampato nel 1918 da Grant Richards.
In dicembre, Ezra Pound inizia una serie di
contatti internazionali utili a dare visibilità al compatriota, condannato dal
provincialismo editoriale anglosassone. Joyce sta lavorando agli ultimi due
capitoli di Dedalus, termina il
dramma Exiles e medita una prima
impostazione dell’Ulysses sulla base
di un suo progetto del 1906.
1914. A partire dal 2
febbraio comincia la pubblicazione a puntate di Dedalus su The Egoist, la
rivista di Harriet Shaw Weaver, allora quindicinale. Il volume uscirà nel 1916.
15 giugno: esce Dubliners, Grant Richards, London
Il 4 agosto la Gran Bretagna aderisce al conflitto
contro l’Austria.
1915, 9 gennaio;
Stanislaus, che non mai nascosto le sue amicizie irredentiste, viene internato
nello Schloss Kirchberg in Bassa Austria. Resterà internato 4 anni. James
eredita gli allievi del fratello e inizia a collaborare per la corrispondenza
della ditta Gioacchino Veneziani, su richiesta di Svevo.
23 marzo; scrive: Presso Gioacchino Veneziani, Murano, Venezia.
12 aprile. Eileen Joyce sposa Frantisek
Schaureck, un giovane di Praga impiegato alla Zivnostenska Banka, allievo di
James. Joyce, testimone per lo sposo, indossa un abito prestatogli da tale
Marckwardt, insegnante di tedesco alla Berlitz.
22 maggio. L’Italia decreta la mobilitazione
generale dell’esercito. Alle 2:30 del giorno dopo la Luogotenza di Trieste impone
il blocco dei confini e all’alba iniziano i disordini anti-italiani, con l’incendio
del Piccolo e la devastazione del
caffè San Carlo. La Scuola Superiore
Revoltella viene chiusa. James scrive a suo fratello, internato, che “Il primo
episodio del mio nuovo romanzo Ulysses
è scritto. La prima parte, la Telemachia,
si compone di quattro episodi; la seconda di quindici, cioè le peregrinazioni
di Ulisse; e la terza, il ritorno di Ulisse, di altri tre episodi”.
Le restrizioni agli stranieri si fanno
pesanti e Joyce medita di trasferire la famiglia nella Confederazione Elvetica,
anche perché il visto del Console americano (che fa le funzioni di quello
britannico) non basta per evitare l’internamento. Grazie ai buoni uffici del
conte Sordina e del barone Ralli il lasciapassare arriva, insieme ad un
prestito di 300 corone da parte del barone a cui Gioacchino Veneziani, suocero
di Svevo, ne aggiunge altre 250.
28 giugno; i Joyce lasciano Trieste diretti
a Zurigo, via Innsbruck.
7 luglio; scrive da Reinhardstrasse 7, Zurigo VIII.
7 luglio; scrive da Kreuzstrasse 19, Zurigo VIII.
1916. 15 marzo; scrive
da Seefeldstrasse 73, III piano, Zurigo
VIII.
29 dicembre: esce A Portrait of the Artist as a Young Man, B. H. Huebsch, New York
1917, 22 ottobre; scrive
da Pension Villa Rossa, Locarno
10 novembre; scrive da Pension Daheim, Locarno
1918, 26 gennaio; scrive
da Universitätsrasse 38, I piano, Zurigo
30 gennaio; scrive da Universitätsrasse 29, III piano, Zurigo
Esce Exiles,
Grant Richards, London
1919, 17 ottobre. Dopo
la Grande Guerra la famiglia Joyce lascia Zurigo e rientra a Trieste, ora non
più austriaca. In cerca di alloggi a buon mercato e padroni di casa
disponibili, James, Nora, Lucia e Giorgio invadono l’alloggio di Eileen e di Frantisek
“Frank” Schaurek, che già coabitano con due figliolette, Eleonora e Bozena
Berta, la cuoca Ivanka e la bambinaia Loiska. A loro si unisce anche Stanislaus,
rientrato dopo 4 anni di internamento.
29 ottobre: James scrive da Via Sanità 2, III piano, Trieste, Italia.
Nella zona dietro via della Sanità, la città vecchia ospita molti bordelli e
uno di questi, noto come “il metro cubo” per l’angustia delle sue camere, in
via della Pescheria 7 (o via del Pane 2? o via del Fortino?), è descritto nel
capitolo Circe dell’Ulysses, sebbene ambientato nei
bassifondi dublinesi. La sera frequenta l’osteria Ai due Dalmati (via dei Capitelli) e l’osteria Al Pappagallo, dove trovava l’Opollo, il suo vino preferito,
proveniente dall’isola dalmata di Lissa. Malgrado il sovraffollamento e gli
inevitabili litigi col fratello, la sorella e il cognato, in via della Sanità
riesce a scrivere gli episodi di Nausicaa
e delle Mandrie del sole e dare
inizio al quindicesimo capitolo dell’Ulysses.
Il lavoro all’ormai Regio Istituto Superiore
Revoltella “quella scuola che il governo stesso a portato a livello
universitario” non lo soddisfa e l’esiguo stipendio (insegna un’ora al giorno
per sei giorni la settimana) gli viene pagato dall’amministrazione sempre in
ritardo - e in famiglia James è chiamato el
professore della Berlitz Cul.
Con l’ex allievo Oscar Schwarz e il pittore
Tullio Silvestri - con atelier in via
Tor San Lorenzo 4, poi trasferito in Androna del Pozzo, dietro il Municipio - frequenta
il ristorante Antica Bonavia di via
della Procureria 4 e il Grande Restaurant
Dreher in piazza della Borsa (attuale nuova Borsa; il ristorante era all’ultimo
piano).
L’8
giugno 1920 James e Giorgio arrivano
a Sirmione, ospiti di Ezra Pound. Joyce, che sta meditando di portare la
famiglia a Londra o a Dublino, si lascia convincere di fare una tappa a Parigi
durante il tragitto. Prima di partire, James si preoccupa di lasciare il suo
posto di professore alla revolver
university (un suo gioco di parole) a Stanislaus, che manterrà l’impiego
fino a poco prima della morte.
Luglio: quasi nove mesi dopo il suo secondo
arrivo a Trieste, James carica la famiglia sul treno per Venezia. Il 4 luglio
scrive dal Dorissa, Ramo Secondo Barozzi
2153, San Moisè, Venezia. Dopo una sosta di due giorni come turisti, i quattro
ripartono per Milano, dove Joyce incontra Carlo Linati, che sta traducendo Exiles in italiano. Attraversata la
Svizzera, il 7 luglio sono a Digione e il giorno dopo alla Gare de Lyon di
Parigi.
A Trieste James Joyce non tornerà mai più.
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