© Per il testo e le immagini di Giancarlo Mauri
In vita sua James Joyce deve aver cambiato più appartamenti che scarpe.
Seguirlo casa dopo casa non è un’impresa facile, ma James Joyce A to Z: the essential reference
to the life and work, di A. Nicholas Fargnoli e Michael Patrick Gillespie,
Oxford University Press, 1995, e James
Joyce, la biografia scritta da Richard Ellmann e pubblicata nel 1959 dalla Oxford
University Press Inc., New York (revised edition in 1982); traduzione
dall’inglese di Piero Bernardini per Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano,
1964 - sono stati i due fari che hanno illuminato le mie ricerche. Già alle pp.
32-33 e 90-91 del lavoro di Ellmann si incappa in due chiavi di lettura, a mio avviso
fondamentali per comprendere il modo di vivere di James
Joyce:
[pp. 32-33]. John Joyce si dedicava con pari impegno a procreare figli e a contrarre
ipoteche sulle proprietà ereditate. Il primo figlio nacque nel 1881 ma non
sopravvisse; John disse disperato: “Con lui è stata seppellita la mia vita,” ma
presto si consolò con la nascita di un altro figlio. Fu durante la seconda
gravidanza della moglie - Mary Jane (“May”) Murray - che, il 2 dicembre 1881,
ipotecò la prima delle proprietà di Cork. Il secondo figlio, James Augusta
(così fu erroneamente registrato nell’atto di nascita), nacque il 2 febbraio
1882, quando i Joyce si erano trasferiti da Kingstown a Rathmines, in Brighton
Square West 41. Seguirono tre ipoteche, l’8 marzo, il 18 ottobre e il 27
novembre 1883; quindi nacque Margaret Alice (“Poppie”), il 18 gennaio 1884. Il
5 agosto 1884 fu ipotecata un’altra proprietà; John Stanislaus (“Stannie”)
nacque il 17 dicembre dello stesso anno, e Charles Patrick il 24 luglio 1886.
Ci furono altre due ipoteche, il 21 aprile e il 6 maggio 1887, e poi nacque
George Alfred, nel giorno del compleanno del padre, cioè il 4 luglio 1887. Il
22 gennaio 1889 nacque Eileen Isabel Mary Xavier Brigit, il 18 gennaio 1890
Mary Kathleen, e il 26 ottobre 1891 Eva Mary. Poi, l’8 novembre 1892, venne
Florence Elizabeth, cui seguirono nuove ipoteche il 24 dicembre 1892 e il 13
gennaio 1893. Mabel Josephine Anne (“Baby”) nacque il 27 novembre 1893; anche
la sua nascita fu seguita a breve scadenza da due ipoteche, l’8 e il 16
febbraio 1894. Complessivamente, senza tener conto di tre aborti, erano nati
quattro maschi e sei femmine. Non ci furono altri figli, né, dopo undici
ipoteche, ci furono più proprietà. John Joyce riempiva la casa di figli e di
debiti.
[pp. 90-91] La famiglia viveva del credito dei negozianti, i quali a loro volta vivevano nella speranza di vedersi pagare i debiti che sconsideratamente le avevano permesso di accumulare. Un giorno che John Joyce aveva riscosso la sua pensione mensile da David Drimmie & Son, la figlia Mabel lo convinse a saldare il debito col droghiere, rinunziare a bere e ricominciare da zero. Il droghiere accettò ben volentieri il denaro, ma non dette più nulla a credito. John Joyce giurò che non avrebbe mai più saldato un conto, e sicuramente mantenne la parola.
[pp. 90-91] La famiglia viveva del credito dei negozianti, i quali a loro volta vivevano nella speranza di vedersi pagare i debiti che sconsideratamente le avevano permesso di accumulare. Un giorno che John Joyce aveva riscosso la sua pensione mensile da David Drimmie & Son, la figlia Mabel lo convinse a saldare il debito col droghiere, rinunziare a bere e ricominciare da zero. Il droghiere accettò ben volentieri il denaro, ma non dette più nulla a credito. John Joyce giurò che non avrebbe mai più saldato un conto, e sicuramente mantenne la parola.
Vien facile la battuta: James diede sempre il meglio
di sé per non sfigurare di fronte a suo padre.
1884: pur rimanendo a Rathmines, sobborgo meridionale di Dublino, i Joyce lasciano l’indirizzo di Brighton Square West 41 e si trasferiscono al n. 23 di Castlewood Avenue
1884: pur rimanendo a Rathmines, sobborgo meridionale di Dublino, i Joyce lasciano l’indirizzo di Brighton Square West 41 e si trasferiscono al n. 23 di Castlewood Avenue
1887: ai primi di maggio John
Joyce trasferisce la famiglia in una grande casa alla periferia di Bray, al n.
1 di Martello Terrace
1888, 1 settembre: James viene
iscritto al Clongowes Wood College di Sallis, nella contea di Kildare, a 40
miglia da Bray, una scuola retta dai gesuiti. Ci resta fino al 1891, quando in seguito
all’aggravata situazione finanziaria del padre, James viene ritirato.
1892: all’inizio dell’anno la
famiglia Joyce si trasferisce al n. 23 di Carusfort Avenue di Blackrock, uno
dei bassifondi di Dublino.
Verso la fine del 1892 o
all’inizio del 1893 i Joyce si trasferiscono a Dublino. Alloggiano dapprima in
camere ammobiliate, poi prendono in affitto una grande casa al n. 14 di
Fitzgibbon Street, all’altezza di Mountjoy Square, il loro ultimo indirizzo
decoroso.
1894: dall’8 al 14 febbraio James accompagna
il padre a Cork per vendere gli ultimi beni rimasti. Rientrano per un nuovo trasloco:
stavolta trovano casa a Millbourne Lane, nel sobborgo di Drumcondra - ed è solo
grazie alla borsa di studio di 20 scellini vinta da James se la famiglia può riprendere
a vivere decorosamente e permettere a James e a suo padre una gita estiva a
Glasgow.
1894: verso la fine dell’anno i
Joyce ritornano a Dublino, stavolta al n. 17 di North Richmond Street
1897: James riceve una borsa di
studio di 30 sterline all’anno per due anni: una manna per la famiglia.
1898: James prende a frequentare
l’University College di Dublino …e la sua famiglia accelera il ritmo dei
traslochi. Già nel 1898 si è trasferita al n. 29 di Windsor Avenue di
Fairview, dove rimane fino al maggio del 1899, quando assieme ad una certa
famiglia Hughes, i Joyce si trasferiscono in Convent Avenue. Verso la fine del
1899 li ritroviamo al n. 13 di Richmond Avenue, Fairview. Col trasloco
successivo, maggio 1900, si spostano al n. 8 di Royal Terrace di Fairview e qui restano fino al 1901, anno in cui la famiglia si trasferisce al n. 32 di
Glengariff Parade, all’altezza della North Circular Road.
Un passo indietro: sul numero del
1° aprile 1900 della Fortnightly Review
(n.s. LXVII, n. 400, pp. 575-590) esce Ibsen’s
New Drama di James Joyce, un articolo remunerato con 12 ghinee (lavoro poi inserito in Henrik Hibsen di Michael Egan,
Routledge, London, 1972, p. 385 sgg). Dalla sua casa di Christiania, il 16
aprile Ibsen scrive al suo traduttore in inglese, William Archer: Ho letto, o meglio decifrato con difficoltà,
un saggio del signor James Joyce sulla Fortnightly Review, un saggio che è molto benevolo e di cui
avrei gran piacere di ringraziare l’autore sol che conoscessi un po’ meglio la
sua lingua”. Il 23 aprile Archer inoltra il messaggio a Joyce e questi gli risponde:
Richmond Avenue 13
Fairview, Dublino
28 aprile 1900
Caro signore,
desidero ringraziarla per la sua gentilissima lettera. Io sono un
giovane irlandese, ho diciotto anni, e le parole di Ibsen le serberò nel mio
cuore per tutta la vita.
Devotamente, suo
Jas Joyce
Il ghiaccio è rotto. James prende a studiare il danese (ma anche il francese e l’italiano) e in
breve tempo sarà in grado di mantenere un continuo, proficuo e diretto contatto
epistolare con Ibsen.
Una lettera datata 28 aprile 1900
conferma che i Joyce risiedono ancora al n. 13 di Richmond Avenue, Fairview,
Dublino.
1900, maggio. James decide di
investire parte delle 12 ghinee ricevute dalla Fortnightly Review in un viaggio col padre a Londra. Quasi tutte le
sere i due vanno a teatro o in qualche music
hall. Cercando di sondare il campo del giornalismo, James dapprima incontra
T. P. O’Connor del T.P.’s Weekly, col
risultato di sentirsi dire che è ancora troppo giovane per quel lavoro. James
non demorde e fissa un incontro con W.L. Courtney, il direttore della Forthnight Review, che rimane
sorpreso dalla giovane età di James. Il terzo tentativo è col letterato William
Archer e questi, memore della lettera di Ibsen, invita il giovane a pranzo al
Royal Service Club. La gita (e i soldi) è finita e ai Joyce non resta che tornarsene in Irlanda.
Estate del 1900: ricevuto
l’incarico di formare le liste elettorali di Mullingar, nel cuore dell’Irlanda,
John Joyce si porta appresso il figlio James. Questi, non avendo niente da fare, passa
il tempo scrivendo un dramma teatrale: A Brilliant
Career.
1900, 30 agosto: dal n. 8 della Royal
Terrace, Fairview, Dublino, James invia A
Brilliant Career a William Archer e questi, il 15 settembre, gli risponde
“[…] Mi sembra che lei abbia del talento
- forse anche qualcosa di più - e tuttavia non posso dire di ritenere che sia
un dramma riuscito. […]”
1901, marzo: James scrive una prima
lettera a Ibsen dando l’indirizzo di 8, Royal Terrace, Fairview, Dublino.
1901: dopo A Brilliant Career James cambia genere. Lascia
il dramma teatrale e scrive The Day of
the Rabblement, proponendolo per la pubblicazione a Hugh Kennedy, il direttore
di St. Stephen, neonato periodico della
scuola dei gesuiti. Consultato il suo superiore, padre Henry Browne, Kennedy è
costretto a rifiutare lo scritto per via della libertà di pensiero e di parola
ravvisabili in quel testo sul “Nolano”, alias
Giordano Bruno. Irritato, Joyce propone al suo amico Francis
Sheehy-Skeffington, autore a sua volta di A
Forgotten Aspect of the University Question, uno scritto a favore della
parità delle donne nell’università, tema indigesto ai gesuiti, di pubblicare a
loro spese i due articoli. Detto fatto, attraversano la strada ed entrano
nella cartoleria Gerrard Brothers, dove si fanno stampare 85 copie di Two Essays, poi distribuito grazie
all’aiuto di Stanislaus Joyce. Fatta arrivare nelle mani giuste, questa
pubblicazione suscita un discreto scalpore e St. Stephen non può esimersi dal pubblicare alcuni articoli che
parlano benevolmente del lavoro letterario di Joyce. - Oggi quel che rimane dei primi lavori joyciani
si possono leggere in The Critical Writings of
James Joyce, Edited by Ellsworth Mason and Richard Ellmann. The Wiking Press,
New York, 1959.
1901, 1 febbraio: alla Literary and Historical
Society James legge un suo discorso sul poeta irlandese James Clarence Mangan, di cui aveva già musicato due poesie, secondo l’usanza irlandese.
1902, 9 marzo: George Joyce, un fratello
di James, muore di peritonite; tre anni dopo James chiamerà George il suo
primogenito.
1902, aprile: in cerca di nuove entrate monetarie, John insiste perché suo figlio James s’impieghi al
birrificio Guinness; al contrario, James s’inscrive alla S. Cecilia Medical
School.
1902, maggio: il discorso James Clarence Mangan viene pubblicato
sul St. Stephen’s, the University College Dublin magazine; sarà poi ripreso da Ulysses Bookshop, Dublin, 1930.
1902, giugno: superato gli ultimi
esami, James lascia l’University College.
1902, ottobre: Joyce realizza uno
dei suoi desideri incontrando un mostro sacro della poesia: W.B. Yeats.
1902, 31 ottobre: James ritira il
diploma della Royal University.
1902, 24 ottobre: altra geniale
pensata di John Joyce: rinunciando a metà della pensione, questi realizza 900
sterline, una somma sufficiente a comperare una casa al n. 7 di St. Peter’s
Terrace, Phibsborough (Cabra). Contando adesso su sole 5 sterline, 10 scellini
e 1½ pence al mese, John
Joyce riprende fin da subito ad indebitarsi, contraendo una prima ipoteca di
100 sterline sulla casa, seguita il 18 dicembre da un’altra di 50 sterline; il
24 aprile 1903 un’altra ancora di 50 sterline e il 3 novembre 1903 l’ultima di
65 sterline. Il 26 maggio 1905 John è costretto a vendere quel poco che gli
rimane di quella casa …e la famiglia trasloca ancora una volta.
1902, 18 novembre: rimasto coinvolto
dagli affari del padre, trovandosi senza soldi e sovente senza pasti, in cerca
di un suo posto al sole James scrive una lettera alla Faculté de Medicine di
Parigi chiedendo di essere ammesso ai loro corsi. Con l’aiuto di un’amica, Lady
Augusta Gregory, e dopo una visita a E.V. Longwort, il direttore del Daily Express - che acconsente ad
inviargli libri da recensire, aiutandolo a mantenersi - James Joyce parte per
Parigi dove, ai primi di dicembre, s’installa all’Hôtel Corneille, nel
Quartiere Latino, tradizionale punto di riferimento dei viaggiatori inglesi
squattrinati.
1902, 4 dicembre: James scrive le
prime recensioni per il Daily Express,
ma “ci va giù pesante” con le critiche sui libri altrui; Longwort gli rammenta
che il recensore cubico medio “deve parlar bene” dei libri ricevuti, ma Joyce
deve avere le orecchie tappate (e Lady Gregory gli fa sapere di sentirsi
offesa).
1902, 5 dicembre: James va ad
informarsi sui corsi di medicina; trova tanti problemi ma il ragazzo è sveglio,
ha studiato il francese, e già il 7 dicembre può assistere alle prime lezioni
universitarie. Per vivere di suo, Joyce pensa di mettersi ad insegnare
l’inglese e, volendolo, un posto a orario completo è disponibile alla Berltiz School,
pagato 150 franchi al mese (7 sterline e 10 scellini), una soluzione che non
gli permetterebbe di seguire le lezioni universitarie. Batte altre strade e per
il momento accetta di dare lezioni private a Joseph Douce, commerciante di
champagne.
1902, 22 dicembre: lamentandosi
malato, il padre - che ha appena incassato 50 sterline da un’ipoteca sulla casa
- gli invia i soldi per rientrare a Dublino, dove arriva il 23
1903, 23 gennaio: ripresosi,
grazie ai pasti cucinati dalla mamma, Joyce torna all’Hôtel Corneille di
Parigi; qui riprende a seguire i corsi universitari e a dare lezioni d’inglese a Douce.
1903, 11 aprile: a mezzanotte
James batte alla porta di casa del suo allievo portandogli da leggere un
telegramma appena ricevuto: “Mamma
morente vieni papà”. Douce gli anticipa 375 franchi e il mattino del 12
Joyce lascia Parigi per Dublino.
La mamma è malata di cancro, ma
pare riprendersi. James non ha un lavoro né altre occupazione e sotto l’abile
tutela di Olivier Gogarty, un amico conosciuto frequentando la Biblioteca
Nazionale, James segue le orme paterne dedicandosi a grandi bevute di alcol,
con disastrose sbornie.
1903, 13 agosto: a soli 44 anni
muore May Joyce
1903: fra il 3 e il 19 novembre,
quattordici recensioni di Joyce (non firmate) compaiono sul Daily Express.
1904, 7 gennaio: saputo che due
scrittori, John Eglinton e Fred Ryan, hanno l’intenzione di dar vita ad una
nuova rivista di cultura intitolata Diana,
in un sol giorno e di getto James scrive il racconto A Portrait of the Artist, titolo suggeritogli da Stanislaus, e lo
invia ai direttori del periodico. Trovando da ridire sulle gesta sessuali
descritte nel testo, Eglinton rifiuta lo scritto, un gesto che permetterà, nei
dieci anni a venire, di dar modo a Joyce di ricavare da quel primo embrione Stephen Hero e poi A Portrait of the Artist as a Young Man.
1904: con la scusa che suo padre,
sempre in cerca di soldi, ha venduto il pianoforte che serviva a James per dar
sfogo alla sua vocazione canora, nel periodo tra aprile e maggio James decide
di lasciare la casa famigliare, affittando una grande stanza che occupa tutto
il primo piano di una casa al n. 60 di Shelbourne Street, Dublino, dove viveva
la famiglia McKernan. Qui installatosi, James affitta un pianoforte, che il
negozio Piggott ben presto si riporterà via per i mancati pagamenti; per lo
stesso motivo, alla fine di agosto dovrà lasciare l’appartamento dei McKernan.
James Joyce e Nora Barnacle (da internet) |
1904, 10 giugno: a Dublino, passeggiando
per Nassau Street, James è colpito da una ragazza alta, capelli castani, passo sicuro.
Nora Barnacle, figlia di un panettiere di Galway - forte bevitore, sempre
indebitato: una costante che si ripete -, allevata da una nonna e poi dagli zii
materni, da sei mesi lavora al Finn’s Hotel. Lui le chiede un appuntamento per
il 14, davanti alla casa di Sir William Wilde, all’angolo di Merrion Square, ma
quel giorno Nora non si fa vedere.
1904: 15 giugno; invitato dai
McKernan a lasciare la stanza finché non avesse avuto i soldi per pagare
l’affitto, James chiede aiuto ai suoi amici James e Gretta Cousins, che gli
mettono a disposizione una sala della loro piccola casa al mare, a Ballsbridge,
dove James può restare per alcune notti.
1904, 16 giugno: finalmente James
può incontrare Nora: i due si vedono di sera e fanno una passeggiata fino a
Ringsend. Da allora cominciano a vedersi regolarmente …e il 16 giugno entra
nella storia della letteratura come il Bloomsday dell’Ulysses.
1904, 23 giugno: rientrato a Shelbourne Road, James termina un capitolo di 102 pagine di Stephen Hero e l’invia in lettura a George Russell e a Constantine Curran; questi elogia il manoscritto.
da internet |
1904, 23 giugno: rientrato a Shelbourne Road, James termina un capitolo di 102 pagine di Stephen Hero e l’invia in lettura a George Russell e a Constantine Curran; questi elogia il manoscritto.
1904, luglio: dopo aver letto e ammirato Stephen Hero Russell suggerisce a Joyce di scrivere articoli facili
e leggibili per l’Irish Homestead,
pagati una sterlina cadauno. James accetta e scrive The Sisters. Pubblicato il 13 agosto, questo scritto inaugura la
serie dei Dubliners, continuata con Eveline (pubblicato il 10 settembre) e After the Race (17 dicembre). Allontanandosi
dall’amabile, rassicurante, caldo mondo borghese (celtico) celebrato da Yeats con
la realtà quotidiana degli “scrocconi irlandesi”, dopo questo racconto H. F.
Norman, il direttore dell’Irish Homestead,
chiede a Joyce di non inviargli altri racconti perché “gli arrivavano troppe
lettere di protesta dai lettori”.
1904, 8 agosto: Costance Curran, il nuovo editor del St. Stephen’s,
si rifiuta di pubblicare The Holy Office
- quell’ “empia cosa” scrive nella lettera d’accompagnamento - breve racconto sul
movimento letterario irlandese, che agli occhi di Joyce “appariva una truffa
esattamente come le virtù irlandesi, fra le quali si annidavano la crudeltà
mascherata da nobile moralismo e la paura onanistica mascherata da purezza. […]
Con vivaci battute egli sistema, in materia più o meno definitiva, i suoi
contemporanei. Yeats si è lasciato guidare dalle donne; Synge scrive di bevute
ma non beve mai; Gogarty è uno snob,
Colum un camaleonte, Roberts un idolatra di Russell, Starkey un topo, Russell
un asino mistico.” Merce poco adatta per finire sulle
pagine del periodico dei gesuiti.
1904, agosto: il più intimo amico di James, Vincent Cosgrave, fa di tutto
per conquistare Nora, dicendole che James è un pazzo, ma Nora non gli dà
ascolto. Questo affaire avrà anni dopo un suo spiacevole
seguito.
1904, 18 settembre: James, che aveva risposto ad un’inserzione della Midland Scholastic Agency di Market Rase, Inghilterra, scrive a Nora - segnalando l’indirizzo di n. 103 di North Strand Road, Fairview - d’aver appena ricevuto una nota positiva.
1904, 29 settembre: in cambio di due ghinee, E.
Gilford, la titolare della Midland Scholastic Agency, comunica a Joyce di aver trovato
un posto di lavoro per lui alla Berlitz School di Amsterdam, un lavoro a Londra
per Nora. Per la coppia è una bella notizia: avrebbero potuto restare entrambi
un po’ di tempo a Londra, mettere da parte del denaro e poi cercare fortuna a
Parigi, la vera meta di James.
1904: il 4 ottobre la signorina Gilford manda un
telegramma a Joyce con istruzioni per raggiungere entro la fine della settimana la Berlitz School di Zurigo, il nuovo
posto di lavoro che lei afferma di avergli trovato. James
comincia ad organizzare una colletta per finanziare il suo viaggio all’estero: Lady
Gregory gli invia 5 sterline, George Russel ne invia una. La stessa cifra
arriva da George Roberts e da Fred Ryan. A Seumas O’Sullivan chiede un paio di
pantaloni e un paio di scarpe. Anche Stanislaus fa il giro della città
raccogliendo del denaro per aiutare il fratello. Alla fine, James e Nora riescono a salire sul battello e raggiungere Londra, dove James lascia la
compagna da sola per un paio d’ore in un parco mentre lui va in cerca di Arthur
Symons per discutere con lui la sistemazione di Chamber Music. In verità, James intende farsi prestare del denaro
da lui, desiderio frustrato dal non aver trovata Symons in casa.
1904, 9 ottobre: James e Nora arrivano a Parigi, dove spendono
gli ultimi spiccioli che hanno in tasca per la carrozza che li trasporta dalla
Gare Saint Lazare alla Gare de l’Est. Ancora una volta James lascia Nora ad
attenderlo seduta su di una panchina di un parco, mentre lui va in cerca di
soldi. Douce è in vacanza in Spagna, il medico Rivière gli presta 60 franchi. Dopo
un altro paio di visite, la sera stessa i due salgono sul treno e l’11 ottobre
arrivano a Zurigo, dove prendono alloggio al Gasthaus Hoffnung, al n. 16 di Lagerstrasse.
Qui James scrive una lettera a suo fratello Stanislaus confidandogli che Nora “Finalement,
elle n’est pas encore vierge; elle est touchée”. Ora lo sappiamo
anche noi e segniamo la data sul calendario.
1904, 12 ottobre: James scrive a Stannie che “sono andato ieri alla Berlitz
School” ma non c’è nessun posto disponibile. Capito di essere stato truffato
dalla signora Gilford, Joyce trova un appoggio nel signor Malacrida, direttore
della Berlitz School di Zurigo, il quale si dà da fare per trovargli un posto d’insegnante
in Svizzera o in Italia. Segue un periodo di sconforto che Joyce tenta di
vincere scrivendo l’undicesimo capitolo di Stephen
Hero. Dopo una settimana Malacrida può annunciare a James di aver saputo dell’esistenza di
un posto vacante a Trieste.
1904, 20 ottobre; nella città austriaca di Trieste, con una sola valigia e
con undici capitoli delle Gesta di Stephen in tasca, James
Joyce e Nora Barnacle arrivano alla Stazione di Ferrovia Meridionale, ora
Stazione Centrale. Dopo le note traversie con la polizia - lui, partito da solo
per cercare un posto dove dormire, si lascia coinvolgere in un litigio tra
marinai inglesi e la polizia lo arresta; il tutto mentre l’ignara fidanzata,
tanto per non cambiare, lo aspetta seduta su di una panchina dei giardini della
stazione - i due varcano la soglia della Berlitz School in via San Nicolò 32.
Qui Almidano Artifoni, il proprietario, gli dice che non ha bisogno di lui. La
coppia si sistema all’Hôtel Central di I. S. Haberleitner in via San Nicolò 15 e poi, nei giorni
seguenti, trova alloggio presso quattro diversi affittacamere, mentre James si
ingegna a trovare studenti a cui impartire lezioni private. I soldi così
guadagnati sono pochi e lui inizia a chiedere prestiti “a destra, a manca e al
centro” in una città dove non conosceva nessuno. Per evitare i creditori James
mette in pratica quello che ha imparato dal padre, cambiando indirizzo ogni giorno.
Tra una questua e l’altra, il nostro scrive il dodicesimo capitolo del suo libro e incomincia una novella, Christmas
Eve. Dopo pochi giorni Artifoni -
socialista, che ha preso in simpatia James - gli trova un posto di lavoro alla neonata
Berlitz School di Pola, facendo pubblicare sul Giornaletto di Pola del 31 ottobre un primo articolo annunciante
l’arrivo in quella città di mister
James Joyce, bachelor of arts. James
e Nora salgono sul vaporetto, trovando Artifoni ad attenderli sul molo.
Nora trova Pola “un posto stranamente vecchio”, James definisce la città
“una Siberia marittima”, l’intera penisola “una noiosa regione incuneata
nell’Adriatico, popolata da slavi ignoranti con piccoli berretti rossi e brache
enormi”. E dell’Austria che pensa? “Odio questo paese cattolico con le sue
cento razze e le sue mille lingue, governato da un parlamento che non può
concludere niente e che siede al massimo per una settimana, e dalla casa reale
più corrotta d’Europa”. Per il suo lavoro d’insegnante Joyce riceve 2 sterline
alla settimana, cifra che permette ai due di vivere in una stanza ammobiliata e
una cucina al terzo piano di una casa al n. 2 di via Giulia, a due passi dalla
scuola.
Il sostituto locale di Artifoni è un giovane fiorentino, Alessandro Francini,
che aveva aggiunto al suo cognome quello della moglie, Bruni. Educato dagli
scolopi, trova fin da subito delle affinità con l’irlandese uscito
dall’università dei gesuiti e le coppie prendono a frequentarsi anche fuori
dalla scuola, dandosi reciproche lezioni di dublinese e di toscano. Lo stesso
fa col collega Marckwardt, che gli dà lezioni di tedesco in cambio di lezioni
d’inglese.
Anche Amalija Globocnik, assistente amministrativo di Francini, prende in
simpatia i Joyce e prende a far loro visita nella stanzetta di via
Giulia, dove ha modo di notare l’indigenza della coppia - che arriva a chiederle in prestito un po’ di acetilene per la lampada - e siccome non vi è una stufa in quella stanza, d’inverno vi si gela.
Nora, che trova difficile adattarsi a questa vita, incita James a finire il
suo libro e diventare finalmente ricco, così che entrambi possano andarsene a vivere a
Parigi - e per dimostrare che crede davvero a questa possibilità lei si mette a
studiare il francese. Lui a novembre riprende il racconto Christmas Eve e lo rielabora trasformandolo in Hallow Eve, racconto finito il 19 gennaio 1905 e subito spedito a
Stanislaus con l’incarico di venderlo all’Irish
Homestead, che però lo rifiuta. Nel frattempo, il 12 dicembre Joyce considera finiti i
capitoli XII e XIII di Stephen Hero e
nei mesi di gennaio e febbraio 1905 si dedica ai capitoli XVII e XVIII del romanzo,
che adesso s’intitola A Portrait of the
Artist. Tra una scrittura e l’altra continua le letture cristologiche che
tanto l’appassionano, quali i Souvenirs
e la Vie de Jésus di Renan, la Vita di Gesù di David Friedrich Strauss,
The Madonna of the Future di Henry
James e tanti altri.
1904, novembre: James inizia a sobillare il fratello Stanislaus, che pure lui naviga
in cattive acque, invitandolo a raggiungerlo a Trieste.
1904: alla fine di dicembre Nora, che è incinta, non può resistere al gelo
della stanza non riscaldata e Francini mette generosamente a disposizione dei
Joyce il secondo piano della sua casa di via Medolino 7 (oggi 1), dove vi è una
stufa e una scrivania. Nora e James si trasferiscono a questo nuovo indirizzo il
13 gennaio 1905. Resteranno coi Francini fino al loro rientro a Trieste.
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