Ho sfogliato il “Mundus
subterraneus” di Athanasius Kircher, édito in anastatica da Forni, Bologna.
Un’opera affascinante, questa, di cui ho una copia della editio princeps (1578). Non
cartacea, purtroppo, ma in formato digitale, che mi è costata 107.526
kB di memoria, visto che la scannerizzazione e l’invio mi è stato offerto da una
università statunitense. In Italia, invece, se non sei un docente e osi
chiedere per ragioni di studio le fotocopie di un articolo a una biblioteca universitaria,
questa ti obbliga all’intermediazione di una biblioteca scolastica o civica e
al pagamento anticipato delle spese. Diversi modi di intendere la propagazione
della cultura: per gli ignoranti è sempre “cosa nostra”. Il tutto avallato
dal politicante di turno: “Con la cultura non si mangia” disse uno di loro.
Basta chiarire cosa lui intendeva dire con quel “non si mangia”…
Kircher è entrato di prepotenza nella mia vita fin da
quando ho preso a occuparmi di Steensen-Stenone: i due si scrivevano lettere su
temi religiosi e scientifici - difficili questi ultimi da trattare, essendo
il primo un Gesuita l’altro prossimo all’abito vescovile, dunque persone
attente a non uscire dai limiti imposti dagli interessi curiali: tutto lo
scibile era già scritto nei “libri sacri” del popolo ebraico, rivisitato e
scorretto col nome di Vecchio Testamento. Secoli e secoli dopo Eratostene la Terra doveva restare quadrata e il Cielo non poteva essere esplorato col
cannocchiale, demoniaco oggetto che avrebbe potuto svelare che lassù,
sopra le nuvole, forse non albergavano divinità.
A tal proposito,
si legge in Collection de
Documents Inédits sur l’Histoire de France publiés par le soins du Ministre de
l’Instruction Publique. Tome
2. Paris, Imprimerie Nationale, 1883, p. 395 : “Le
28 avril [1665], Chapelain entretient Huet de l’apparition d’une nouvelle
comète: «Je ne l’ay point encore veűe à
cause d’un rhume qui me travaille depuis douze jours. On vous aura sans doute
envoyé une lettre de Mr Auzout accompagnée de remarques sur le discours italien
du sieur Campani touchant les longues lunettes qu’il a faittes et touchant ses
descouvertes nouvelles dans les disques de Saturne et de Jupiter. Elle me fust
prestée avant hier par Mr de Salo et la lecture m’en a satisfait au delà de mon
attente. Ce signor Campani tombe d’accord de l’anneau de Saturne trouvé par Mr
Huggens et Mr Auzout défend du décret de l’Inquisition le mouvement de la terre
et l’immobilité du Soleil, mais avec beaucoup de respect et de modestie
chrestienne.»”
Ai limiti curiali si aggiunse la datazione formulata
dall’arcivescovo irlandese James Ussher, uomo che tra il 1650 e il 1654
aveva dato alle stampe una mastodontica cronologia (The Whole Works) che
arrivava a definire l’anno, il mese e il giorno in cui il Dio proprio
delle tribù ebraiche aveva creato il Cosmo, la Terra, gli alberi, gli animali,
Adamo (“a sua immagine e somiglianza”, dunque di fattezze arabo-palestinesi).
Solo più tardi il Grande Architetto pensò alla controparte femminile (per i
fiori e gli animali, invece, aveva già provveduto). Di quest’opera, stampata in
latino ma col doppio titolo in inglese, utile è il volume VIII, quello che
illustra attimo dopo attimo i giorni della Creazione, che Ussher
stabilisce essere accaduti nell’anno 4004 avanti Cristo. Alle pp. 13 e 14 si legge: «In principio creavit Deus cœlum et terram,
quod temporis principium, juxta nostra chronologiam, incidit in noctis illius
initium, quæ vigesimum tertium diem Octobris præcessit, in anno periodi Julianæ
710», che una sua nota equipara all’anno 4004 a.C. Aggiunge: «Septimo die, Octobris vigesimo nono, feria
septima, cum perfecisset Deus opus suum quod fecerat, quievit ab omni opera; et
dici septimo benedicens, Sabbatum instituit et consecravit». Questa
datazione, stampata su ogni copia della King
James Bible dal 1701 in poi, ha ancora un suo seguito tra i creatoristi
più intransigenti.
In seguito, per meglio divulgare quest’opera
enciclopedica, lo stesso Ussher ridusse il testo ad un solo volume,
pubblicato col titolo The Annals The World. London. Printed by
E. Tyler, for F. Crook, and G. Bedell, 1658. Già dalle prime pagine, che qui riprendo dal
libro senza aggiunte né omissioni, si impara quanto segue:
The Annals of the Old
Testament from the Beginning of the World
The First Age of the World
1a AM, 710 JP, 4004 BC
1. In the beginning God created the heaven and the
earth. Ge 1:1 This beginning of time, according to our chronology, happened at
the start of the evening preceding the 23rd day of October in the year of the
Julian calendar, 710.
2. On the first day Ge 1:1-5
of the world, on Sunday, October 23rd, God created the highest heaven and the
angels. When he finished, as it were, the roof of this building, he started
with the foundation of this wonderful fabric of the world. He fashioned this
lower most globe, consisting of the deep and of the earth. Therefore all the
choir of angels sang together and magnified his name. Job 38:7 When the earth
was without form and void and darkness covered the face of the deep, God
created light on the very middle of the first day. God divided this from the
darkness and called the one “day” and the other “night”.
3. On the second day Ge 1:6-8
(Monday, October 24th) after the firmament or heaven was finished, the waters
above were separated from the waters here below enclosing the earth.
4. On the third day Ge 1:9-13
(Tuesday, October 25th) when these waters below ran together into one place,
the dry land appeared. From this collection of the waters God made a sea,
sending out from here the rivers, which were to return there again. Ec 1:7 He
caused the earth to bud and bring forth all kinds of herbs and plants with
seeds and fruits. Most importantly, he enriched the garden of Eden with plants,
for among them grew the tree of life and the tree of knowledge of good and
evil. Ge 2:8,9
5. On the fourth day
(Wednesday, October 26th) the sun, the moon and the rest of the stars were
created.
6. On the fifth day (Thursday,
October 27th) fish and flying birds were created and commanded to multiply and
fill the sea and the earth.
7. On the sixth day (Friday,
October 28th) the living crcatures of the earth were created as well as the
creeping creatures. Last of all, man was created after the imagc of God, which
consisted principally in the divine knowledge of the mind, Col 3:10 in the
natural and proper sanctity of his will. Eph 4:24 When all living creatures by
the divine power were brought before him, Adam gave them their names. Among all
of these, he found no one to help him like himself. Lest he should be destitute
of a suitable companion, God took a rib out of his side while he slept and fashioned
it into a woman. He gave her to him for a wife, establishing by it the law of
marriage between them. He blessed them and bade them to be fruitful and
multiply. God gave them dominion over all living creatures. God provided a
large portion of food and sustenance for them to live on. To conclude, because
sin had not yet entered into the world, God saw every thing that he had made,
and, behold, it was very good. And the evening and the morning were the sixth
day. Ge 1:31
8. Now on the seventh day,
(Saturday, October 29th) when God had fìnished his work which he intended, he
then rested from all labour. He blessed the seventh day and ordained and
consecrated the sabbath Ge 2:2,3 because he rested on it Ex 31:17 and refreshed
himself. Nor as yet (for ought appears) had sin entered into the world. Nor was
there any punishment given by God, either upon mankind, or upon angels. Hence
is was, that this day was set forth for a sign, as well as for our
sanctifìcation in this world Ex 31:13 of that eternal sabbath, to be enjoyed in
the world to come. In it we expect a full deliverance from sin and its dregs
and all its punishments. Heb
4:4,9,10
Tradotto in parole povere, Ussher stabilisce
“scientificamente” che l’intera Creazione è iniziata domenica (!!!) 23 ottobre per terminare
sabato 28 ottobre dell'anno 4004 avanti Cristo. Dunque il compleanno di Adamo
(e dell’umanità) cade il 27 ottobre, venerdì, lo stesso giorno della
settimana in cui viene fatto morire il Messia - Xristòs in lingua greca - fatto scendere in Terra. Infatti, nella tradizione cristiana, Paolo (Lettera ai Romani) contrappone l’ebraico
Adamo a Gesù: con il primo uomo sono entrati nel mondo il peccato e la morte,
con il Redentore la grazia e la vita.
Anche, ma non solo, da questi limiti accettati e imposti
dalla Chiesa nascono i numerosi abbagli attribuiti a uomini di fede e
scienza quali erano Kircher e Stenone: se il Dio proprio del popolo ebraico
aveva creato la Terra, affidandola in custodia alla “sua immagine e
somiglianza” nel 4004 a.C., come potevano esistere reperti ossei, vegetali e
minerali - ma anche graffiti, dipinti e manufatti - più vecchi di quella
datazione? Di fronte a questi muri invalicabili, il
terrore imponeva agli scienziati di chinare il capo. Perché
Stenone aveva ben compreso - e Leonardo, vagamente, prima ancora - che i pesci
fossili da lui trovati sui monti toscani non erano il risultato di un
fantasioso “diluvio universale”, bensì la prova di sconvolgimenti terrestri
molto più antichi dei limiti ussheriani... Ma le fiamme del rogo erano pronte
a ricordare che certe cose era meglio non divulgarle alle masse. Al limite si
potevano raccontare a poche ma altolocate persone, quelle che già sapevano. Il
popolo era e doveva restare povero e ignorante: solo così si poteva farlo
lavorare gratis e nel contempo tenerlo timorato.
L’affare Galilei era ben vivo nei ricordi del
tempo. Meglio ancora, a ricordare i limiti imposti alla propagazione
della conoscenza (e quindi alla pericolosissima arte della riflessione,
bandita dalle scuole di ogni ordine e grado) vi era il rogo su cui
era arso Giordano Bruno il 17 febbraio 1600, ma stavolta era di giovedì.
Conoscere i retroscena aiuta a comprendere i
molti errori di questi grandi uomini di scienza, “bruciati” dai tempi in cui
vivevano. Tempi che sembrano non finire mai: Forni ha pubblicato la prima
anastatica dell’opera di Kircher nell’anno 2004. Sull’onda del successo di
vendita, nell’anno 2011 lo stesso editore ha deciso di mettere sul mercato una
seconda edizione. Una ristampa, questa, non più appesantita dai costi di
riproduzione. E allora perché imporla a 230 euro? Forse per tener lontane le
masse dal “sapere”, oggi come nel Seicento?
© testo di Giancarlo Mauri
© testo di Giancarlo Mauri