sabato 16 settembre 2017

Le date (e gli indirizzi) di James Joyce. #3 L’ultimo periodo triestino


Roma è ormai il passato, il presente è ancora Trieste. In mancanza di una casa loro, i Joyce s’installano in quella di Stannie, trasferitosi al 32 di via San Nicolò, terzo piano, lo stesso stabile dove fino al 1906 vi era la Berlitz School - mentre la casa al numero 30 nel frattempo è stata abbattuta per far posto alla costruzione tuttora esistente.
Per sbarcare il lunario, Joyce contatta alcuni dei suoi vecchi allievi - il conte Sordina, il barone Ralli e Roberto Prezioso - riproponendosi per dar loro lezioni private. Temendo la sua concorrenza, Artifoni decide di riassumere Joyce, offrendogli un salario settimanale di 15 corone per sei ore d’insegnamento. Una cifra modesta, è vero, che lui accetta senza esitare.

1907, marzo. Tramite l’amico Francini Bruni, Joyce viene introdotto nella redazione del Piccolo della sera (allora nel Palazzo Tonello, piazza Goldoni 1, all’inizio di via Silvio Pellico) dove il direttore Roberto Prezioso, a cui James impartisce lezioni d’inglese, gli chiede di scrivere degli articoli sulla situazione politica irlandese, un’idea che viene benedetta da Teodoro Mayer, fondatore del Piccolo e del Piccolo della sera, uomo di cultura a cui non sfugge l’idea di camuffare il fremito irredentista triestino dietro il paravento dell’identico sogno del popolo irlandese. Mayer intende pagar bene questi scritti e per Joyce è manna caduta dal cielo. Già il 22 marzo, due settimane dopo il suo rientro da Roma, esce Il Fenianismo, il primo articolo scritto da Joyce in lingua italiana con la supervisione di Silvio Benco, che trova ben poco da correggere tanto che dopo il terzo articolo - L’Irlanda alla sbarra (16.09.1907) - la sua presenza non è più utile.
L’uscita del primo articolo richiama l’interesse degli ambienti culturali triestini su Joyce e un suo allievo, il dottor Attilio Tamaro, gli propone un ciclo di tre conferenze sull’Irlanda, pagate 20 corone. La prima - Irlanda, isola dei santi e dei savi - si tiene il 27 aprile nel salone della (vecchia) Borsa, piazza della Borsa 17 (oggi 14), davanti ad un folto pubblico e ai clienti della Berlitz.
Alla fine di marzo Joyce riceve dall’editore Elkin Mathews le bozze di Chamber Music, raccolta di poesie arrivate in libreria il 6 maggio con tiratura di 507 copie. Al 24 luglio 1908 se ne erano vendute 127 e nel 1913 il numero delle copie vendute era ancora inferiore a 200.
A metà luglio una febbre reumatica (o uveite?) colpisce Joyce, con ricovero all’ospedale municipale, dove rimane fino ad agosto. Pochi giorni dopo il ricovero di James anche Nora è condotta Ospedale Civico (oggi Maggiore, piazza dell’Ospitale), dove il 26 luglio, nel reparto dei poveri, partorisce Lucia Anna. Malgrado le promesse, Artifoni non paga il sussidio malattia e la municipalità triestina, vista la grave situazione familiare, offre alla puerpera la carità di 20 corone previste per i casi d’indigenza.
8 settembre: ristabilitosi dalla malattia, James dichiara a suo fratello che una volta terminato The Dead avrebbe riscritto per intero Stephen Hero - e il 29 novembre già ne aveva rivisto il primo capitolo.
Ristabilitosi in salute, a partire dal mese di settembre Joyce lascia la Berlitz e si dedica alle lezioni private, avendo per clienti i componenti delle famiglie ricche di Trieste, tra cui Ettore Schmitz e sua moglie Livia Veneziani. I rapporti tra l’insegnante e i due allievi cambiano quando, verso la fine dell’anno, Joyce legge loro, ad alta voce, The Dead. Commossa da quel racconto, la signora Schmitz scende nel giardino della villa, raccoglie un mazzo di fiori e ne fa omaggio al professore. A questo punto, Ettore Schmitz rivela a Joyce d’essere l’autore di due libri, Una vita e Senilità, pubblicati a sue spese coi nom de plume di Ettore Somigli (il primo) e Italo Svevo (il secondo), due romanzi invenduti e totalmente ignorati dalla critica. Joyce torna a casa coi due libri in tasca, li legge e quando torna dai coniugi Schmitz-Veneziani si dichiara entusiasta di quei racconti, recitandone interi brani imparati a memoria.
10 novembre: Stanislaus annota sul suo diario: “Jim mi ha detto che sta ampliando il racconto Ulysses e lo sta trasformando in un piccolo romanzo, e che ne farà un Peer Gynt dublinese”. Lo stesso mese Elkin Mathews respinge il secondo manoscritto di Dubliners.
Dopo aver soggiornato per alcuni giorni in casa dei Francini, dal 1° dicembre Stanislaus, James, Nora e i due figlioletti traslocano in uno squallido locale di fortuna in via Santa Caterina 1, primo piano. Vi resteranno fino al 25 aprile 1909. Per la mancanza di un corridoio, per andare nella loro camera da letto James e Nora devono attraversare la stanza di Stanislaus, una situazione di promiscuità che James userà nell’ultimo capitolo dell’Ulysses, con l’ambiguo triangolo formato da Molly Bloom, Leopold e Stephen. Del resto, l’abitudine di restar fuori la notte a bere e rientrare ubriaco fradicio non agevola un canonico ménage matrimoniale…

1908. A maggio Joyce ha un nuovo, grave attacco di febbre reumatica (o uveite?), mentre Dora è di nuovo incinta. I medici, per preservare il feto dall’affezione venerea contratta dal marito - uso a frequentare bordelli popolari - prescrivono alla donna una medicina a base d’arsenico e il 4 agosto 1908 la gravidanza termina con un aborto spontaneo.
La stretta convivenza dei fratelli con Nora impone un nuovo trasloco. James trova un appartamento più spazioso e fornito di corridoi al secondo piano di via Vincenzo Scussa 8. Ma subito vi è un problema: in attesa del trasloco, previsto in ottobre, il proprietario, Giovanni Scholz, chiede una caparra di 600 corone, una cifra che i fratelli Joyce non possiedono. Viene loro in aiuto il già citato Ettore Schmitz alias Italo Svevo, disposto ad anticiparne 200 ma non oltre. Altre due persone disposte ad aiutare i Joyce sono Nicola Santos, un commerciante di frutta, e un allievo di Stanislaus alla Berlitz School, che si lascia spillare 400 corone. Raggranellata l’intera cifra ecco nascere un ulteriore problema: vantando un discreto credito sull’affitto arretrato, la proprietaria dell’alloggio di via Santa Caterina sequestra i mobili e le suppellettili portate da Joyce. Preso tra due fuochi - se pagano gli arretrati non hanno più i soldi per pagare l’acconto; se non pagano dovranno comperare nuovi mobili e suppellettili, azzerando il prestito ricevuto - i fratelli decidono di rimanere al vecchio indirizzo, decisione che introduce un ennesimo problema famigliare: James vorrebbe tenersi le 400 corone avute in prestito dall’allievo di Stanislaus, questi è invece risoluto a renderle al suo legittimo proprietario. Conclusione: esasperato e furibondo Stannie decide di separarsi da James e fatta la valigia si trasferisce in una stanza al quarto piano di via Nuova 27 (ora via Mazzini).

1909. Bando alle indecisioni, nel mese di marzo la famiglia si trasferisce nell’appartamento al primo piano di via Vincenzo Scussa 8, tra via Giulia e via dell’Acquedotto (oggi viale XX Settembre). Vi resteranno fino al dicembre 1910. Tra i luoghi frequentati da Joyce c’è la birreria Dreher in fondo a via Giulia, oggi trasformata in una discoteca, e il caffè San Marco di corsia Stadion (oggi via Cesare Battisti), tipico ritrovo degli irredentisti e degli intellettuali triestini, frequentato a lungo da Stanislaus. Nella vicina piazza San Francesco d’Assisi vi è la sinagoga, inaugurata il 27 giugno 1912, il più grande tempio israelitico allora esistente.
Ripresosi dallo sconforto procuratogli dal rifiuto di Dubliners, Joyce chiede all’editore Matheuws di inviare il manoscritto a un altro editore, Maunsel & Co. e subito dopo, fattosi anticipare il costo di un anno di lezioni da un suo allievo, il 26 o 27 luglio parte per Dublino portandosi appresso suo figlio Giorgio. I due restano in Irlanda fino al 9 settembre.
Questo viaggio in Irlanda inizia male: a Dublino, un vecchio amico, Vincent Cosgrave, parlando con Joyce trova il modo d’insinuare che prima di lui Nora avesse avuto un altro uomo. James si scopre geloso e lancia accuse farneticanti, via lettera: “La prima notte che dormii con te a Zurigo era l’11 ottobre e lui è nato il 27 luglio. Ciò significa nove mesi e sedici giorni. Ricordo che c’era troppo poco sangue quella notte…” Nora si chiude in un silenzio, senza fugare i dubbi. Un tragico momento, questo, inserito più volte sia nell’Ulysses che nel dramma Exiles.
Il 6 agosto Joyce firma il contratto con l’editore Maunsel & Co., che promette l’uscita di Dubliners per il marzo 1910.
13 settembre: Joyce, sua sorella Eva e Giorgino arrivano a Trieste.
21 ottobre: Joyce è a Londra
25 ottobre: scrive da 44 Fontenoy Street, Dublino
Il 24 dicembre è ancora al 44 Fontenoy Street, Dublino

1910. Il 12 febbraio Joyce è di nuovo a Trieste.
Agosto (dicembre in Lettere). La famiglia Joyce si sposta in via Barriera Vecchia 32 (ora via Oriani 2), al terzo piano dello stabile che ingloba la Farmacia Picciola (proprietario di casa dei Joyce). Vi resteranno fino al 1° settembre 1912. In seguito, questo quartiere è stato abbattuto, creando l’attuale largo Barriera Vecchia. Quasi di fronte all’appartamento dei Joyce si apre la raffinata pasticceria fondata nel 1900 da Alberto Pirona, frequentato ogni giorno da James sia per degustare i «vini scelti» che per «sbocconcellare dolci, annaffiandoli di rosoli per corroborare l’ispirazione».
A pochi passi, in via del Solitario 11 (ora via Foschiatti 7) vi è il bordello chiamato La chiave d’oro, quasi certamente frequentato da James, e tutt’intorno tante osterie, ambienti dove di notte è possibile assistere a risse col loro contorno di epiteti che nell’episodio di Eumeo dell’Ulysses Joyce trascriverà, mantenendo il dialogo in lingua italiana.
In via della Barriera Vecchia 2 (oggi corso Saba 6) abita il conte Francesco Sordina, uno degli allievi di Joyce alla Berlitz School. Nel 1915 saranno lui e il barone Ralli a far avere ai Joyce un salvacondotto per la Svizzera.

1911: gennaio. Gli impegni presi dall’editore Maunsel & Co. prevedono l’uscita di Dubliners entro il 20 gennaio, ma così non è. L’editore pretende nuovi tagli al testo, censurando ogni riferimento al re Edoardo VII. A luglio, infuriato, Joyce apre un’azione legale contro l’editore.
Nel suo dramma Exiles, scritto tra il 1911 e il 1914, Joyce s’interroga sulla complessità dei rapporti di coppia ed è attratto dalle implicazioni psicologiche del ménage à trois, complice la corte pressante che Roberto Prezioso, pro-direttore del Piccolo della sera, riserva a Nora, finito con un alterco all’interno del caffe Stella Polare di via Sant’Antonio (ora all’angolo tra via Dante e piazza Sant’Antonio nuovo).

1912. Il farmacista Picciola reclama i soldi dell’affitto. Joyce racimola dei soldi tenendo due conferenze su Defoe e Blake per l’Università Popolare e tenute presso la Scuola civica cittadina di via Giotto, con ingresso in via Gatteri 3. Il tema scelto dallo scrittore fu Verismo ed idealismo nella letteratura inglese (Daniel De Foe - William Blake).
Joyce tenta anche d’inserirsi come docente nella scuola italiana (Trieste è austro-ungarica) e dal 24 al 30 aprile 1912 è a Padova, dove supera le prove scritte e orali (421 punti su 450), ma la laurea irlandese non è valida in Italia, quindi tutto è inutile. Nel frattempo Nora e Lucia sono in Irlanda e siccome tardano a rientrare James si fa anticipare i soldi di 12 lezioni da Svevo e il 14 o 15 luglio arriva a Dublino, di sorpresa, con Giorgino. Approfitta del viaggio per cercare di sbloccare la situazione con la Maunsel & Co.
Ad agosto, sapendo che i Joyce sono in Irlanda, il padrone di casa li sfratta dando loro tempo fino al 24 agosto per fare il trasloco avendo Picciola un nuovo inquilino pronto a subentrare. Il 20 di agosto James scrive a sua sorella Eileen, di far portare i mobili più importanti in casa della signora Borsieri, dirimpettaia, e di affidare i manoscritti alla moglie di Francini.
15 settembre: come sempre tocca a Stanislaus risolvere i problemi del fratello, trovandogli un appartamento in via Donato Bramante 4 (costruito nel 1911, proprietà di Giovanni Widmer), trasferendovi i mobili.
In Irlanda Gente di Dublino trova l’ostracismo del tipografo e tutto viene annullato. Il 15 settembre i Joyce arrivano a Trieste e raggiungono Eileen nel nuovo appartamento di via Bramante, al secondo piano. Oggi la breve scalinata accanto al palazzo porta il nome di Scala James Joyce.
Novembre: Joyce accetta di effettuare un ciclo di 12 conferenze serali in lingua inglese sull’Amleto presso la sala della Società di Minerva in via Carducci 28 (oggi 24), secondo piano. Si conoscono le date della prima (11 novembre), della seconda (2 dicembre) e della dodicesima e ultima (10 febbraio 1913).

1913, gennaio. Sponsorizzato da Svevo, Veneziani e Vidacovich, Joyce viene assunto alla Scuola Superiore di Commercio Pasquale Revoltella, in via Carducci 12; 8 ore d’insegnamento alla settimana in cambio 1500 corone. Ha il pomeriggio libero, che usa per dare lezioni private (pur restando in famiglia l’innata abitudine a scialare, a prendere tutto a credito ed evitando qualsiasi pagamento, pigione inclusa).
Novembre. Si riaccende la speranza di vedere pubblicato Dubliners, ormai tagliato, censurato, riscritto. Grant Richards, l’editore che l’aveva rifiutato sette anni prima, ha cambiato idea. Il volume uscirà il 15 giugno 1914.
In via Bramante Exiles, concepito dal novembre 1913, trova la sua forma definitiva. Sarà stampato nel 1918 da Grant Richards.
In dicembre, Ezra Pound inizia una serie di contatti internazionali utili a dare visibilità al compatriota, condannato dal provincialismo editoriale anglosassone. Joyce sta lavorando agli ultimi due capitoli di Dedalus, termina il dramma Exiles e medita una prima impostazione dell’Ulysses sulla base di un suo progetto del 1906.

1914. A partire dal 2 febbraio comincia la pubblicazione a puntate di Dedalus su The Egoist, la rivista di Harriet Shaw Weaver, allora quindicinale. Il volume uscirà nel 1916.
15 giugno: esce Dubliners, Grant Richards, London
Il 4 agosto la Gran Bretagna aderisce al conflitto contro l’Austria.

1915, 9 gennaio; Stanislaus, che non mai nascosto le sue amicizie irredentiste, viene internato nello Schloss Kirchberg in Bassa Austria. Resterà internato 4 anni. James eredita gli allievi del fratello e inizia a collaborare per la corrispondenza della ditta Gioacchino Veneziani, su richiesta di Svevo.
23 marzo; scrive: Presso Gioacchino Veneziani, Murano, Venezia.
12 aprile. Eileen Joyce sposa Frantisek Schaureck, un giovane di Praga impiegato alla Zivnostenska Banka, allievo di James. Joyce, testimone per lo sposo, indossa un abito prestatogli da tale Marckwardt, insegnante di tedesco alla Berlitz.
22 maggio. L’Italia decreta la mobilitazione generale dell’esercito. Alle 2:30 del giorno dopo la Luogotenza di Trieste impone il blocco dei confini e all’alba iniziano i disordini anti-italiani, con l’incendio del Piccolo e la devastazione del caffè San Carlo. La Scuola Superiore Revoltella viene chiusa. James scrive a suo fratello, internato, che “Il primo episodio del mio nuovo romanzo Ulysses è scritto. La prima parte, la Telemachia, si compone di quattro episodi; la seconda di quindici, cioè le peregrinazioni di Ulisse; e la terza, il ritorno di Ulisse, di altri tre episodi”.
Le restrizioni agli stranieri si fanno pesanti e Joyce medita di trasferire la famiglia nella Confederazione Elvetica, anche perché il visto del Console americano (che fa le funzioni di quello britannico) non basta per evitare l’internamento. Grazie ai buoni uffici del conte Sordina e del barone Ralli il lasciapassare arriva, insieme ad un prestito di 300 corone da parte del barone a cui Gioacchino Veneziani, suocero di Svevo, ne aggiunge altre 250.
28 giugno; i Joyce lasciano Trieste diretti a Zurigo, via Innsbruck.
7 luglio; scrive da Reinhardstrasse 7, Zurigo VIII.
7 luglio; scrive da Kreuzstrasse 19, Zurigo VIII.

1916. 15 marzo; scrive da Seefeldstrasse 73, III piano, Zurigo VIII.
29 dicembre: esce A Portrait of the Artist as a Young Man, B. H. Huebsch, New York

1917, 22 ottobre; scrive da Pension Villa Rossa, Locarno
10 novembre; scrive da Pension Daheim, Locarno

1918, 26 gennaio; scrive da Universitätsrasse 38, I piano, Zurigo
30 gennaio; scrive da Universitätsrasse 29, III piano, Zurigo
Esce Exiles, Grant Richards, London

1919, 17 ottobre. Dopo la Grande Guerra la famiglia Joyce lascia Zurigo e rientra a Trieste, ora non più austriaca. In cerca di alloggi a buon mercato e padroni di casa disponibili, James, Nora, Lucia e Giorgio invadono l’alloggio di Eileen e di Frantisek “Frank” Schaurek, che già coabitano con due figliolette, Eleonora e Bozena Berta, la cuoca Ivanka e la bambinaia Loiska. A loro si unisce anche Stanislaus, rientrato dopo 4 anni di internamento.
29 ottobre: James scrive da Via Sanità 2, III piano, Trieste, Italia. Nella zona dietro via della Sanità, la città vecchia ospita molti bordelli e uno di questi, noto come “il metro cubo” per l’angustia delle sue camere, in via della Pescheria 7 (o via del Pane 2? o via del Fortino?), è descritto nel capitolo Circe dell’Ulysses, sebbene ambientato nei bassifondi dublinesi. La sera frequenta l’osteria Ai due Dalmati (via dei Capitelli) e l’osteria Al Pappagallo, dove trovava l’Opollo, il suo vino preferito, proveniente dall’isola dalmata di Lissa. Malgrado il sovraffollamento e gli inevitabili litigi col fratello, la sorella e il cognato, in via della Sanità riesce a scrivere gli episodi di Nausicaa e delle Mandrie del sole e dare inizio al quindicesimo capitolo dell’Ulysses.
Il lavoro all’ormai Regio Istituto Superiore Revoltella “quella scuola che il governo stesso a portato a livello universitario” non lo soddisfa e l’esiguo stipendio (insegna un’ora al giorno per sei giorni la settimana) gli viene pagato dall’amministrazione sempre in ritardo - e in famiglia James è chiamato el professore della Berlitz Cul.
Con l’ex allievo Oscar Schwarz e il pittore Tullio Silvestri - con atelier in via Tor San Lorenzo 4, poi trasferito in Androna del Pozzo, dietro il Municipio - frequenta il ristorante Antica Bonavia di via della Procureria 4 e il Grande Restaurant Dreher in piazza della Borsa (attuale nuova Borsa; il ristorante era all’ultimo piano).

L’8 giugno 1920 James e Giorgio arrivano a Sirmione, ospiti di Ezra Pound. Joyce, che sta meditando di portare la famiglia a Londra o a Dublino, si lascia convincere di fare una tappa a Parigi durante il tragitto. Prima di partire, James si preoccupa di lasciare il suo posto di professore alla revolver university (un suo gioco di parole) a Stanislaus, che manterrà l’impiego fino a poco prima della morte.
Luglio: quasi nove mesi dopo il suo secondo arrivo a Trieste, James carica la famiglia sul treno per Venezia. Il 4 luglio scrive dal Dorissa, Ramo Secondo Barozzi 2153, San Moisè, Venezia. Dopo una sosta di due giorni come turisti, i quattro ripartono per Milano, dove Joyce incontra Carlo Linati, che sta traducendo Exiles in italiano. Attraversata la Svizzera, il 7 luglio sono a Digione e il giorno dopo alla Gare de Lyon di Parigi.
A Trieste James Joyce non tornerà mai più.