mercoledì 15 settembre 2021

Dalla Sacra di San Michele a Marius Schneider (passando per van Gogh)


Riprendo in mano Il giardino incantato, un libro scritto da Carlo Grande, e a pagina 143 leggo:

Valle di Susa è la Sacra di San Michele, il lumino sulla montagna che vedevo dallo stradone di fondovalle nelle notti d’estate; chiedevo alle nonne e alle zie cosa fosse e rispondevano: «I monaci che lavorano in biblioteca». Ancora non era sta creata la sua visione letteraria, nel romanzo di Umberto Eco Il nome della Rosa.

Sì, è vero, nella mente di Eco vi era la Sacra quando scrisse il suo primo romanzo. Poi arrivarono i cineasti e le location prescelte furono la tedesca Abbazia di Eberbach e gli studi di Cinecittà.
Torno al libro di Carlo Grande - da leggere! Poco più avanti, pagine 145-146:

Il capolavoro della vallata è la Sacra di San Michele, una delle più belle e antiche abbazie d’Europa fondata dal nobile alverniate Ugo di Montboissier probabilmente sul finire del X secolo, si alza in cima al Monte Pirchiriano, a strapiombo sulle “Chiuse” della Valle di Susa.
L’abbazia sorge sulla Via Francigena, esattamente a metà fra Mont Saint-Michel, in Normandia, e San Michele, sul Gargano. Sulla vetta e lungo le pendici dello sperone roccioso la vita monastica aveva sicuramente radici ancora più remote: probabilmente l’abbazia coordinò, sotto la regola benedettina, le primitive esperienze eremitiche.
Dalla fondazione fin verso la metà del 1300, la Sacra visse il periodo di maggior gloria e potenza. Nell’XI secolo possedeva una ricchissima biblioteca di manoscritti, riceveva donazioni dalla Spagna all’Italia meridionale, era punto di riferimento per intellettuali, religiosi e artisti di tutta Europa, per i pellegrini che varcavano le Alpi attraverso i passi valsusini.
Sotto il suo più famoso abate, Benedetto II, ottenne autonomia e indipendenza dal potere temporale e da quello del vescovo di Torino. Si arricchì di opere d’arte e di possedimenti in Italia e in Europa, diventando una sacra-fortezza rispettata e temuta, capace di ospitare fino a un centinaio di monaci. La decadenza iniziò nel 1379, per il malgoverno del corrotto abate Pietro Forgeret, nel 1622 il monastero venne soppresso Abitato per un secolo e mezzo solo da un cappellano e da un chierico, fu cannoneggiato dalle artiglierie francesi nel 1693 e nel 1706, ridotto in macerie. Carlo Alberto la fece rinascere nell’Ottocento e oggi dalla Sacra si gode un prodigioso panorama sulla pianura: ci si arriva risalendo un viale che sulla sinistra conserva la foresteria, un tempo ospizio per i pellegrini. Prima della chiesa il ripidissimo “scalone dei morti”, dove in antichità venivano seppelliti i monaci, culmina nella meravigliosa Porta dello Zodiaco, con splendidi capitelli e stipiti animati da figure fantastiche e segni dello zodiaco. Dopo un’ultima rampa si entra nella chiesa di San Michele, a tre navate, che sull’altar maggiore conserva un trittico di Defendente Ferrari. Per una scaletta si accede alla cripta, composta da tre antiche cappelle affiancate.
Sì, la Sacra di San Michele è un luogo dello spirito, come Castello in Valle Varaita, la Tour d’Amont a Bardonecchia e lo sperduto Pilone di Tore Mondovì, nei borghi del Monregalese.

Non ho altro da aggiungere. Quella chiesa posta su di uno sperone ben visibile dal fondovalle da sempre mi attirava. Poi la decisione: nel 2003, in viaggio verso la Francia del Sud alla ricerca dei luoghi vissuti e dipinti da Vincent van Gogh - un’ossessione iniziata nel 1972, quando in moto e sotto un dio d’acqua quotidiano, io e Daniella girammo per Olanda, Belgio e Francia alla ricerca dei luoghi-simbolo dell’artista - misi nel programma la visita della Sacra. Dopo tanti traslochi, quel che mi resta sono poche slides (troppe scatole di diapositive sono “sparite”, certamente rimaste sul camion del traslocatore vicentino) e appannati ricordi. Alla Sacra mi ero ripromesso di tornare, stavolta non più salendo con l’auto ma seguendo la “via attrezzata” nel frattempo aperta sulla parete. Un altro desiderio rimasto tale a causa di due ernie discoidali che hanno cambiato la mia vita.












Vado oltre. Dopo una sosta a Grenoble, eccoci per l’ennesima volta in Provenza, dove non prendiamo alloggio ad Arles o nel “buon rifugio” alle Saintes-Marie-de-la-Mer, bensì a Saint-Remy-de-Provence, giusto per cambiare. Tra i luoghi da rivedere non potevano mancare l’ospedale psichiatrico Saint-Paul-de-Mausole, il luogo dove van Gogh si consegnò a seguito dell’episodio dell’orecchio mozzato, e le vicine cave sotterranee utilizzate dai Romani per costruire palazzi e monumenti sparsi nel territorio (vi si accede dal giardino dell’ospedale).










A Saint-Remy sono tornato più volte. Ecco tre scatti datati 30 maggio 2009. Stessi luoghi, diverso l'arrangiamento della presunta stanza di van Gogh.




Restando sul tema van Gogh, aggiungo altre due slides - datate agosto 1981 - che mostrano il canale che unisce Marsiglia al Rodano nonché il rifatto ponte di Langlois, reso famoso (l’orginale) da Vincent van Gogh.



Quel viaggio finirà sulle lande calcaree note come Causse Méjean, Lozère. Tante pecore, tanti menhir, una sola foto (finora) ritrovata.


E per oggi ho finito ...anzi no, aggiungo una bibliografia: per una interpretazione “alternativa” dei simboli scolpiti sui capitelli dei monasteri - ogni simbolo è una nota musicale - rinvio a Pietre che cantano. Studi sul ritmo di tre chiostri catalani di stile romanico, una serie di articoli scritti tra il 1946 e il 1951 da Marius Schneider, editi da Arché, Milano 1976, a cui aggiungere (facoltativamente) Il santuario della musica. Il bosco sacro di Anna Perenna, a cura di Marina Pinamonte, Ministero per i beni e le attività culturali, soprintendenza archeologica di Roma, Electa 2002.

Concludo: nel citato libro di Carlo Grande è più volte citato un prezioso libretto di Simone Weil: I Catari e la civiltà mediterranea. Seguito da Chanson de la Croisade Albigeoise, un testo uscito in Francia nel 1943 e proposto in lingua italiana nel 1966 dalla Casa Editrice Marietti. Un testo da mettere sotto il cuscino, affinché ci rechi beneficio anche durante il sonno.










Nessun commento:

Posta un commento