lunedì 25 aprile 2022

25 aprile, Festa della Liberazione






Partigiano LUIGI RONCHI
Nome di battaglia NABO (anni 24)
Nasce a Vimercate il 10 gennaio 1921 in via Crispi 7. Figlio di operai, ex bersagliere del 10° Reggimento. Antifascista, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 entra nella Squadra d’Azione Patriottica della 103a Brigata Garibaldi. Partecipa a diverse azioni partigiane insieme al suo gruppo di compagni. Sarà protagonista del secondo e sfortunato assalto al campo di aviazione di Arcore la notte del 29 dicembre 1944. Per la soffiata di una spia fascista viene catturato e rinchiuso nel carcere di Monza. Il 29 gennaio 1945 viene condannato alla pena di morte dal Tribunale fascista di Milano. Portato sul campo di Arcore la mattina del 2 febbraio 1945, Luigi Ronchi ed i suoi compagni furono freddati con un colpo di fucile alla schiena.


Comandante Partigiano IGINIO ROTA
Nome di battaglia ACCIAIO (anni 23)
Nasce a Villa D’Almè il 6 ottobre 1921. Presta servizio militare presso l’8° Reggimento Autieri di Bologna con il grado di Sergente. Militante del PCI, nel 1944 entra a far parte del Nucleo di Resistenza. A lui fu affidato il comando e, con il suo ingresso, si costituì ufficialmente il 1° distaccamento della 103a Brigata Garibaldi S.A.P. “Vincenzo Gabellini”. Il 29 dicembre 1944 coordina il secondo attacco notturno al campo di aviazione di Arcore, che purtroppo si conclude in modo tragico. Il mitra del comandante si inceppa e i fascisti gli sono addosso. Iginio, colpito mortalmente, cade sul campo.


Patriota SALVATORE PRINCIPATO
Nasce a Piazza Amerina (Enna) il 29 aprile 1892. Insegnante, si trasferisce a Vimercate e, tra il 1913 e il 1915, esercita la professione prima nel Collegio privato “Tommaseo” e poi nelle scuole comunali. Combatte sul Carso come soldato semplice ottenendo una Medaglia d’argento. Rientrato alla vita civile, riprende l’insegnamento, prima a Vimercate, poi a Milano. Si unisce ai socialisti e, con l’appellativo di “Socrate”, contrasta da subito il nascente fascismo. Viene arrestato per la prima volta nel 1933. Fece parte della 33a Brigata Matteotti e del CNL Scuola. L’8 luglio 1944 è arrestato e imprigionato nel carcere di Monza. Ai primi di agosto viene trasferito a Milano, a San Vittore. All’alba del 10 agosto, viene condotto in Piazzale Loreto e fucilato insieme ad altri 14 partigiani. All’indomani della Liberazione, Vimercate gli dedica questa via, precedentemente denominata Via del Littorio.

NB: La vita di Salvatore Principato è raccontata da Massimo Castoldi in Piazzale Loreto. Milano, l’eccidio e il «contrappasso», Donzelli Editore, 2020.


Partigiano ALDO MOTTA
Nome di battaglia MIRCO (anni 23)
Nasce a Vimercate il 16 agosto 1921, in via Cesare Battisti 8. Figlio di un commerciante e artigiano, è uno dei fondatori del nucleo di resistenza antifascista nella Brianza orientale. Caporal maggiore, ex geniere radiotelegrafista in Croazia, ritorna a casa il 10 settembre 1943. Renitente alla chiamata fascista, dovette rifugiarsi in montagna ad Imberido (LC). Ritornato clandestinamente in città, è il primo componente munito di un moschetto militare e due caricatori. Parteciperà il 29 dicembre ’44 al secondo attacco al campo di aviazione di Arcore nel quale cadde il comandante Iginio Rota. Le delazioni di due spie portarono presto all’individuazione dei responsabili dell’attacco. Viene arrestato e condannato alla fucilazione insieme agli altri partigiani vimercatesi che avevano preso parte all’azione: Emilio Cereda, Pierino Colombo, Renato Pellegatta, Luigi Ronchi. L’esecuzione ebbe luogo la mattina del 2 febbraio 1945 sul campo di Arcore.


Partigiano PIERINO COLOMBO
Nome di battaglia RABO (anni 24)
Nasce a Vimercate il 5 gennaio 1921 in via Palestro 1. Ha fatto parte del 54° Reggimento Fanteria. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 e la dissoluzione dell’esercito italiano, rientra a Vimercate ed assieme ad alcuni amici antifascisti aderisce al primo nucleo di resistenza attiva. Entra a far parte della 103a Brigata Garibaldi. Partecipa a varie azioni di guerriglia e sabotaggio contro i nazifascisti, tra cui i due attacchi al campo di aviazione di Arcore. Nel primo vengono distrutti cinque aerosiluranti. Il 29 dicembre, a seguito del secondo attacco, Pierino Colombo verrà arrestato per la soffiata di una spia fascista, rinchiuso nel carcere di Monza e, successivamente, trasferito a San Vittore. Viene condannato a morte il 29 gennaio 1945 dal Tribunale fascista di Milano e fucilato alla schiena insieme ai suoi compagni la mattina del 2 febbraio 1945 al campo di aviazione di Arcore.


Partigiano RENATO PELLEGATTA
Nome di battaglia RENA (anni 21)
Nasce a Vimercate il 25 ottobre 1923 in via Rossino 5. Figlio di operai, ex paracadutista, convinto antifascista si unì immediatamente al gruppo di partigiani che si era andato formando a Vimercate dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Per scuotere l’opinione pubblica mise a disposizione la sua vecchia macchina da scrivere per redigere dei volantini che attaccavano il sistema fascista. Aderisce alla 103a Brigata Garibaldi. Il 29 dicembre 1944 fu uno dei protagonisti della sfortunata azione contro il campo di aviazione di Arcore: la precipitosa ritirata dei giovani partigiani non fu sufficiente ad evitare la loro identificazione. Arrestati e portati nelle carceri di Monza furono sottoposti a maltrattamenti e torture di cui proprio Renato Pellegatta fu particolarmente vittima. Fu fucilato insieme ai suoi compagni la mattina del 2 febbraio 1945 al campo di aviazione di Arcore.


Partigiano CARLO GALBUSSERA
Caduto in combattimento (anni 22)
Nasce il 26 giugno 1922 a Vimercate, nella cascina Gargantini dove lavorava come contadino. Appartenente al 4° distaccamento della 103a Brigata Garibaldi, nei giorni dell’insurrezione, il 27 aprile 1945 riceve ai suoi compagni l’ordine di portarsi a Vaprio d’Adda per eliminare un centro di resistenza nazifascista. Il giorno seguente partecipa a un duro combattimento con altri partigiani contro un gruppo di nazisti asseragliati presso una cabina elettrica della Falck lungo il fiume Adda nella zona di Capriate San Gervasio (BG). I tedeschi alzarono bandiera bianca per la resa, i partigiani cessarono il fuoco, ma era una trappola. Si scatena nuovamente un aspro combattimento nel corso del quale Carlo Galbussera viene colpito a morte. Con lui moriranno altri 8 partigiani.


Partigiano EMILIO CEREDA
Nome di battaglia CID (anni 24)
Nasce il 14 agosto 1920 in via Vittorio Emanuele 11 a Vimercate. Dopo aver prestato servizio militare nell’Arma del Genio, torna a vivere a Vimercate lavorando come impiegato. Ritrova il suo amico Pierino Colombo che gli propone di entrare a far parte del nucleo di resistenza antifascista attiva operante nel vimercatese. Emilio Cereda si unisce con entusiasmo ai partigiani portando in dote una rivoltella trattenuta dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Con i compagni compie innumerevoli operazioni di sabotaggio e di guerriglia. La sera del 20 ottobre vengono incendiati 5 aerosiluranti pronti per il decollo nell’hangar di Arcore. Un secondo attacco al campo fallisce e successivamente, per la soffiata di una spia, viene arrestato e processato. Condannato a morte dal Tribunale fascista di Milano viene fucilato il 2 febbraio 1945 sul campo di Arcore insieme ad altri “Martiri vimercatesi”.

ADDENDA

La spia numero uno (che aveva permesso la cattura dei miei compagni), venne presa da partigiani milanesi in un abbaino della città di Milano, dove si era nascosta. Quando venne consegnata al Comando di divisione di Vimercate si è dovuto faticare molto per evitare un linciaggio da parte della popolazione, che voleva fare giustizia sommaria. Vista la situazione creatasi, la spia venne subito portata in un altro luogo e fucilata. La seconda spia non venne mai catturata. 
L’8 maggio finalmente venne dichiarata la fine della Seconda guerra mondiale.
(Da: Ribelli per Amore della Libertà, di Carlo Levati. ANPI Vimercate, 2005, p. 101).


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