lunedì 12 giugno 2017

Musée Camille Claudel a Nogent-sur-Seine


Mail inviata ad un gruppo di amici
il 10 giugno 2017

Avendolo già scritto più volte, vi è nota la mia recente visita al Musée Camille Claudel di Nogent-sur-Seine, cittadella a propulsione nucleare non molto lontana da Parigi.
Spiego: alla sua periferia vi è una obsoleta centrale nucleare, di quelle che dovevano essere spente dopo vent’anni d’uso e che invece sono lì da circa 40 per la gioia e il sollazzo della popolazione.
Aggiungo: qualcuno si ricorda del felice annuncio di “Berluskàz, il mafioso di Arcore” - così amava chiamarlo tra il 1994 e il 1998 il suo amico Bossi -, quando annunciò sia agli urbi che agli orbi che “l’Italia avrà il nucleare: oggi ho firmato il contratto per installare le centrali a tecnologia francese”.
Lo ricordate? Tutto il mondo inorridì: le centrali francesi? vecchie e tecnologicamente obsolete, una mina vagante? Io lo ricordo, ma il mio commento fu: se sono un pericolo per l’intero mondo, perché la Comunità Europea - sempre pronta a contare i chili d’immondizia italiana e trasformare il surplus in multe salatissime - non obbliga la Francia a chiuderle e sostituirle con le nuove tecnologie?
Ah saperlo... o almeno: la Francia non è l’Italia, il culo flaccido europeo...




Torno a Camille Claudel, che è meglio.
L’apertura di un museo a lei dedicato era stato annunciato con squilli e strombazzi per l’inizio del 2015. Io, interessato e trombato, seguivo la vicenda su internet, leggendo i racconti delle concitate sedute cittadine: i sì contro i no, i fautori dello sviluppo turistico contro i fautori del risparmio dei soldi pubblici, da utilizzare per altri usi e consumi.
Trombato ho scritto e spiego il perché: nel 2014 sono a Parigi in cerca di nuove informazioni su Camille Claudel. Al Musée Rodin ho l’occasione di vedere alcuni suoi calchi in gesso, ma anche una fusione in bronzo, scala 1:1, della stupenda opera “L’Age mûr” (l’età matura), con l’implorante giovane donna (Camille?) che disperata allunga le braccia verso la sfuggente mano di un vecchio (Rodin?) che da lei si allontana in compagnia di una figura femminile di mezza età (Rose Beuret, che Rodin sposerà poco prima di morire?). In questa occasione, alcuni custodi - sì, perché io parlo coi custodi... - mi erudiscono: molte opere di Camille Claudel presto traslocheranno a Nogent, imparando che è imminente l’apertura del già sopra citato museo.
Già che sono a Parigi, torno al Musée d’Orsay, dove ricordo d’aver visto altri bronzi della Claudel.
Ma adesso ho un dubbio: al Rodin i custodi mi hanno detto che gran parte dei bronzi sono già stati imballati per essere spediti a Nogent. Ergo, prima di acquistare il biglietto d’ingresso al d’Orsay faccio una capatina al banco delle informazioni, chiedendo: le opere di Camille Claudel sono ancora visibili oppure sono state tolte e spedite?
“Nessuna statua è stata rimossa, monsieur” mi sento rispondere, “tutto è ancora al suo posto”.
Bene. Passo alla biglietteria, pago, entro. Sono pratico del posto, quindi vado diritto alla meta: piano superiore e poi in fondo a destra. Arrivo .... e trovo il deserto, nessuna statua in loco. Mi fiondo su di un custode e chiedo spiegazioni. Serafico lui mi risponde: “le statue sono state rimosse per essere spedite a Nogent, monsieur”. Anche i santi qui imparano a tirare porchi... ma mi limito alla tradizionale espressione francese: “merde !”.
Esco, torno all’ufficio informazioni e informo l’informatore di non essere informato, ergo prima di dare informazioni che si informi - e nessuna restituzione dei soldi è prevista...
Tutto questo per dire che una volta a Nogent non ho trovato nessuna statua proveniente dai due musei di Parigi, riportate alle loro sedi originarie - e lì resteranno. Questo a causa delle diatribe di cui sopra, polemiche che hanno fatto ritardare di due anni il giorno dell’inaugurazione, avvenuta nel marzo 2017.
Nogent: il museo è sorto sull’area della casa abitata dalla famiglia Claudel, abbattendo una vecchia struttura alle sue spalle. Se andate su Google maps potete vedere com’era il tutto fino a pochi anni fa (sì, perché Google maps smercia vecchie fotografie). La casa dei Claudel è stata rinnovata all’esterno, sventrata all’interno per essere congiunta alla nuova struttura a vetri. La visita del museo inizia dalla parte nuova e termina in quella che fu la casa dei Claudel, con sala per la proiezione dei filmati a piano terra.
Ingresso a 4 euro, tante le persone trovate - e nessun gruppo “organizzato” penzolante dalle labbra di un ombrellino parlante. Claudel non è nel giro dell’arte commercializzata (vendita dei tegami inclusa) - almeno per il momento.
Su Camille Claudel e su Gustave Rodin ho non pochi libri in casa, incluso il carteggio relativo al processo subito da Rodin, accusato di non aver mai scolpito un’opera in vita sua; “è vero” disse lui, “io mi limito a fare i bozzetti e seguire i miei aiutanti nel lavoro di scultura”; vinse la causa: dov’è scritto che uno scultore deve scolpire, che un pittore deve dipingere? dissero i giudici; Leonardo e Michelangelo in materia insegnano: loro creavano i cartoni, i loro schiavetti stavano sulle impalcature a dipingere... a creare il mito dell’artista disteso sulle assi intento a dipingere giorno e notte ci ha pensato Hollywood e i filmati per la TV, roba da spacciare ai fruitori ignoranti che tutto credono purché non sia la verità; questa no, questa i furbi non la bevono mai...
Tra tutte le pubblicazioni in mio possesso, il testo migliore - a mio avviso - è il lungo scritto di Mathias Morhardt pubblicato sul Mercure de France di gennaio-marzo 1898 - e tutti i libri da me letti lo utilizzano come pilastro portante. Visto che ne ho una copia in casa, ho pensato bene di passare le pagine allo scanner e ricomporre il tutto in formato word. Da oggi, questa mia monografia (n. 51) è in rete su academia e liberamente scaricabile in formato pdf. Ovviamente è in lingua francese...
Se poi mi scatterà la voglia, magari un giorno metterò in rete sia gli scatti al museo Rodin, sia le immagini del museo Claudel: decisione nuclearizzata, quindi instabile.
​Statemi bene, che è sempre meglio​.
Giancarlo Mauri

Ecco fatto...

LE FOTOGRAFIE DI
GIANCARLO MAURI
Musée Camille Claudel
Nogent-sur-Seine
26 maggio 2017





















































Le Valse




















































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