Seppur circondata dall’affetto dei suoi
cari, la vedova Berthier decide che il futuro suo e dei suoi figli è in
Francia. Appena gli accadimenti politici lo permettono (Napoleone è sconfitto, Luigi XVIII è di nuovo
sul trono, i beni immobili restituiti), Elisabetta lascia la Baviera per il castello di Grosbois, con
migrazioni invernali all’Hôtel d’Estignac di Parigi, Boulevard de la Madeleine,
una proprietà del defunto marito sita al centro dei più rinomati salotti, allietati dai letterati e dagli artisti più à
la page del momento. Rammentando i balli del mattino, i balli della sera e tutte
le altre feste, annota madame de
Girardin: “Parigi balla, Parigi salta, Parigi si diverte”. Beh, forse non
proprio tutti...
*
* *
I PRINCIPI DI BELGIOJOSO-ESTE. Nel 1824
l’esile Cristina Trivulzio - la sedicenne figlia di Gerolamo Trivulzio e di
Vittoria dei marchesi Gherardini - molla al suo destino un piagnucoloso cugino
per sposare il desiderato principe Emilio Barbiano di Belgiojoso-Este, uomo
affascinante che ha fama (meritata, a dispetto dei suoi 24 anni) d’essere un
grande collezionista di cuori femminili. Dotato di una voce calda e sensuale
(Rossini lo ammira sperticatamente), Emilio è il re dei salotti milanesi.
Come facilmente previsto dalla vox populi,
la vita matrimoniale tra il principe ingordo di piaceri e la più intellettuale
sposina non può durare a lungo. Infatti, quattro anni dopo le nozze i due si
separano, seppur decidendo di restare amici in virtù dell’unica loro affinità:
l’odio verso la dominazione austriaca. Entrambi amici di Mazzini e iscritti a società
segrete, strettamente sorvegliati dalle spie e perseguitati dalla polizia, ai
due non resta che lasciare Milano e raggiungere a Parigi gli amici colà già espatriati.
La prima a partire è Cristina, gravata di un fardello di non poco conto: il bel mondo parigino vive nel lusso più sfrenato mentre a lei il governo austriaco ha sequestrato tutti i beni mobili e immobili. Comunque decisa ad aprire un suo salotto politico, a Parigi Cristina affitta una casa all’angolo della Rue de l’Arcade e la Rue neuve des Mathurins. Il quartiere è popolare …ma la società bene parigina, infatuata dell’Italia e degli italiani, comprende l’emergenza e fin da subito personaggi altolocati - tra cui Thiers, Lafayette, Victor Cousin, Mignet - prendono a salire i gradini che portano al quinto piano e a bussare alla porta su cui è infisso il cartello La princesse malheureuse. Lei ricambia col suo fascino romantico, accentuato dall’abitudine di vestirsi di nero, un segno di lutto in ricordo delle sue disavventure coniugali, e guadagnandosi da vivere dipingendo ventagli e cristalli. Nei salotti che contano si prende a parlare di lei e della sua ardente passione patriottica e gli inviti ad unirsi alla bella società non tardano ad arrivare.
La prima a partire è Cristina, gravata di un fardello di non poco conto: il bel mondo parigino vive nel lusso più sfrenato mentre a lei il governo austriaco ha sequestrato tutti i beni mobili e immobili. Comunque decisa ad aprire un suo salotto politico, a Parigi Cristina affitta una casa all’angolo della Rue de l’Arcade e la Rue neuve des Mathurins. Il quartiere è popolare …ma la società bene parigina, infatuata dell’Italia e degli italiani, comprende l’emergenza e fin da subito personaggi altolocati - tra cui Thiers, Lafayette, Victor Cousin, Mignet - prendono a salire i gradini che portano al quinto piano e a bussare alla porta su cui è infisso il cartello La princesse malheureuse. Lei ricambia col suo fascino romantico, accentuato dall’abitudine di vestirsi di nero, un segno di lutto in ricordo delle sue disavventure coniugali, e guadagnandosi da vivere dipingendo ventagli e cristalli. Nei salotti che contano si prende a parlare di lei e della sua ardente passione patriottica e gli inviti ad unirsi alla bella società non tardano ad arrivare.
Dopo essersi goduto a Milano la
ritrovata indipendenza, arriva anche per Emilio il momento di emigrare a
Parigi. Momentaneamente riunitisi, i due sposi prendono in affitto due
appartamenti contigui al n. 1 di Place de la Madeleine, nella casa di proprietà del duca di
Plaisance, locali che ben presto si rivelano inadatti per offrire una degna
ospitalità ai nuovi amici e conoscenti, affascinati dall’antitesi Emilio il
frivolo e Cristina la colta. Un trasloco s’impone e i due trovano un più
vasto alloggio al 23 di Rue d’Anjou, che arredano - grazie alla generosità del
nuovo imperatore d’Austria, che ha restituito alla Trivulzio ogni suo bene - con un lusso sfarzoso, inatteso ...e
talvolta incompreso: “una serie di
catafalchi” scrive Téophile Gautier. Le signore, invece, spettegolano sul
giovane e robusto africano che le accoglie alla porta d’ingresso. Cristina, ormai
riconosciuta regina dei salotti, riceve due volte la settimana: il mercoledì lo
riserva alla musica, il sabato alla politica e alla teologia.
Il successo attira l’invidia dei nani e
ben presto intorno alla coppia crescono i pettegolezzi e le insinuazioni,
soprattutto da parte dei tanti mariti resi becchi da Emilio e dai troppi
spasimanti respinti da Cristina. Di lei scrive Arsène Houssaye: Più intelligente che sensibile […] ella serviva con grazia il festino
dell’amore, poi volava via nel momento di condividerlo. Il respinto conte
Rodolfo Appunyi non esita a chiamarla Saffo
e Corinna. Balzac la descrive
saccente e pedante, sempre pronta a rubare gli amanti alle donne che
frequentano la sua casa, facendone pure i nomi: Lizst a madame d’Agoult, Lord
Normanby alla moglie, Mignet a madame d’Aubernon, Musset a George Sand …salvo poi mandarli tutti in bianco. De Musset, altro spasimante respinto (“Aveva gli occhi terribili della sfinge, così
grandi così grandi che mi ci sono perso e non mi ci raccapezzo più”) la
battezza la dotta Urania, soprannome
che fa subito presa nei salotti mondani.
Sul fronte opposto, quello degli amici
fedeli, troviamo nomi di rilievo. Oltre ai già citati Thiers, Mignet e Victor
Courbin troviamo Chopin, Victor Hugo, Dumas padre, Stendhal, Chateaubriand e i pittori
Delacroix e Lehmann, autore, quest’ultimo, del ritratto di Cristina visibile al
Louvre. Di tanto in tanto appare anche il conte di Cavour, che con Cristina condivide
la passione per l’occultismo e lo spiritismo. Tra i musicisti, la coppia conta
sull’amicizia di Rossini, Meyerbeer, Bellini e Alton Shée, usi ad accompagnare
al pianoforte i gorgheggi della Malibran e della Grisi in duetto con Emilio.
Conseguenza della breve riconciliazione
parigina è la nascita nel 1838 di una figlia, Maria-Gerolama. Ma già un anno
dopo la situazione precipita: lei, che la troppa adulazione ha messo a nudo il
lato autoritario, lascia Parigi e col fratello Alberto raggiunge
l’isola di Wight. Lui da Vienna non esita a scrivere che è “molto felice con ragazze giovanissime e bellissime”.
*
* *
Altrove, lontano dal borbottio dei
salotti, re Luigi-Filippo mai dimentica di ricevere a Corte la principessa di
Wagram, dandole modo d’incontrare sovrani, ambasciatori e nobiltà di passaggio.
Da parte sua, la vedova Berthier usa ricambiare con festosi ricevimenti al
castello di Grosbois, ottima locazione per cercare di sistemare al meglio i suoi
figli. L’unico maschio, il principe Napoleon Alexandre, impalma Zenaïde, figlia
del conte Clary e nipote di Désirée Clary, diventata regina d’Olanda. Un anno
dopo è la volta di Caroline, che sposa Alphonse Napoleon d’Hautpoul, ufficiale
di cavalleria, barone dell’impero e, più tardi, sindaco di Trouville, una
spiaggia alla moda (suo padre, Jean-Joseph d’Hautpoul, morto nella battaglia
di Eylau, era tra i più cari amici del defunto Berthier). Rimane Anne, viziata
dalla famiglia e molto legata al fratello.
Tra i frequentatori dell’Hôtel d’Estignac e del castello di Grosbois vi è il duca di Plaisance, figlio del terzo Console Lebrun, arcitesoriere di Napoleone Bonaparte. A suo tempo, come aiutante di campo dell’Imperatore, aveva ammirato il coraggio di Berthier in occasione delle battaglie di Austerlitz, Eylau e Wagram. Educato all’estremo senso di lealtà e di giustizia, non esita a mostrare il suo disprezzo per il lusso e per la vita da salotto. Morto il duca, è Charles, il figlio maggiore sposato alla figlia del signor de Barbé-Marbois, a ereditarne il titolo. Essendo suo fratello Alexandre-Louis, barone dell’Impero e colonnello di cavalleria, morto nel 1812 in Russia, e sua moglie morta di parto, l’orfano Charles-Louis-Alexandre-Jules conte di Plaisance viene cresciuto dal rigoroso zio Charles e da questi avviato alla carriera politica.
All’Hôtel d’Estignac o a Grosbois il giovane Jules ha modo d’incontrare la bellissima Anne. Apprezzando il rigido stile di vita e le alti doti morali dei Plaisance, la vedova Berthier caldeggia l’unione di sua figlia con Jules e il loro matrimonio si celebra il 24 giugno 1833, ma per Anne Berthier de Wagram, ora contessa di Plaisance, la nuova vita si rivela ben presto dolorosa. Il marito non cerca in lei l’amante ma la madre mai conosciuta. Lei, giovanissima e propensa alla mondanità, reagisce fuggendo dal marito per ritrovare la perduta felicità a Grosbois. Quando è costretta a Parigi la si vede nei salotti sempre sola, mai accompagnata dal consorte. Fra una fuga e l’altra dalla casa e dal marito che non ama, quel che deve accadere accade: il 5 aprile 1835 mette al mondo una figlia, Jeanne. Subito dopo, per ritemprarsi dalle fatiche del parto, sverna a Grosbois per godere della compagnia del principe suo fratello - ora seduto alla Camera dei Pari -, di sua sorella e delle loro famiglie.
Tra i frequentatori dell’Hôtel d’Estignac e del castello di Grosbois vi è il duca di Plaisance, figlio del terzo Console Lebrun, arcitesoriere di Napoleone Bonaparte. A suo tempo, come aiutante di campo dell’Imperatore, aveva ammirato il coraggio di Berthier in occasione delle battaglie di Austerlitz, Eylau e Wagram. Educato all’estremo senso di lealtà e di giustizia, non esita a mostrare il suo disprezzo per il lusso e per la vita da salotto. Morto il duca, è Charles, il figlio maggiore sposato alla figlia del signor de Barbé-Marbois, a ereditarne il titolo. Essendo suo fratello Alexandre-Louis, barone dell’Impero e colonnello di cavalleria, morto nel 1812 in Russia, e sua moglie morta di parto, l’orfano Charles-Louis-Alexandre-Jules conte di Plaisance viene cresciuto dal rigoroso zio Charles e da questi avviato alla carriera politica.
All’Hôtel d’Estignac o a Grosbois il giovane Jules ha modo d’incontrare la bellissima Anne. Apprezzando il rigido stile di vita e le alti doti morali dei Plaisance, la vedova Berthier caldeggia l’unione di sua figlia con Jules e il loro matrimonio si celebra il 24 giugno 1833, ma per Anne Berthier de Wagram, ora contessa di Plaisance, la nuova vita si rivela ben presto dolorosa. Il marito non cerca in lei l’amante ma la madre mai conosciuta. Lei, giovanissima e propensa alla mondanità, reagisce fuggendo dal marito per ritrovare la perduta felicità a Grosbois. Quando è costretta a Parigi la si vede nei salotti sempre sola, mai accompagnata dal consorte. Fra una fuga e l’altra dalla casa e dal marito che non ama, quel che deve accadere accade: il 5 aprile 1835 mette al mondo una figlia, Jeanne. Subito dopo, per ritemprarsi dalle fatiche del parto, sverna a Grosbois per godere della compagnia del principe suo fratello - ora seduto alla Camera dei Pari -, di sua sorella e delle loro famiglie.
Gli anni passano, i figli crescono. A Parigi Anne può contare sull’amicizia della contessa
Merlin, moglie di un generale, e della signora Bourdon de Vatry. Ed è nel
salotto della prima che incontra la principessa di Belgiojoso - che a suo tempo
aveva abitato nel palazzo dei Plaisance - e tutta la pletora di artisti e
letterati che l’adorano. Benché tra loro rivali, la Merlin e la Belgiojoso
usano scambiarsi grandi cortesie, con rappresentazioni teatrali ora a casa
dell’una ora dell’altra. A differenza del salotto Belgiojoso, quello della
Merlin è decisamente più leggero: non solo rappresentazioni teatrali, ma anche
giochi e balli e gorgheggi musicali accompagnati al pianoforte dall’immancabile
Bellini. Tra le ospiti, attira gli interessati sguardi maschili una graziosa ed
elegante signora con capelli biondi e carnagione chiara. Cosa non secondaria, lei
porta dalla nascita due cognomi amatissimi dai parigini: uno, Berthier, scalda
il cuore dei napoleonici; l’altro, Wagram, è caro ai fedeli alla monarchia.
Inoltre, in casa Merlin è facile trovare il
sempre affascinante principe di Belgiojoso. Si dice che quando lui canta,
accompagnato al piano da Rossini, regali alle signore un brivido di piacere e
di certo non sfuggono gli sguardi che l’esperto Emilio rivolge all’infelice
moglie del frigido conte di Plaisance.
Nella più distinta residenza dei Vatry
sia i Wagram che i Plaisance si recano con piacere, anche perché qui possono
incontrare il duca di Nemours, il figlio del re. Stando al conte d’Appony “Monsignore è invaghito a modo suo di madame
de Plaisance, figlia del principe di Wagram”. In realtà l’erede al trono
spasima per la signorina Beresford, un’inglese che in Rue de Rivoli abita una
casa vicina a quella dei Plaisance. E alla contessa le sue frequenti visite
all’inglesina provocano un inutile scontento: pochi anni dopo il duca di
Nemours trova nella duchessa Vittoria di Saxe-Coburg la moglie degna del suo
casato.
In una Parigi dove tutti i nobili si
dannano per divertirsi, solo il conte Jules de Plaisance s’ostina a vivere una
vita castigata, ignorando ogni esigenza di un’ancor bellissima Anne Berthier de
Wagram, sua infelice sposa. La tempesta si avvicina.