Sono giorni caldi e di penuria - forse per mancanza
d’anguria, come dicevano i nostri vecchi.
Costretto a casa, ammazzo le ore più calde passando allo
scanner le ritrovate diapositive 6x6 cm, da decenni nascoste in una scatola
riposta all’interno di un’altra altra scatola costretta nel box.
Oggi è arrivato il turno dei quattro rotolini impressi il 12
maggio 1973, giorno in cui ero salito ai Piani Resinelli e da qui al Nibbio,
un sasso alto 80 metri scalato per la prima volta (da Est) da Emilio Comici.
Un’ascensione, la sua, reclamizzata in anticipo da un quotidiano fascista di
Lecco, strillo che aveva attirato centinaia
di persone ai piedi della parete per ammirare l’exploit del triestino.
E Comici, da par suo, non aveva deluso la folla: i primi
metri della sua via sono finiti nella storia dell’alpinismo locale: un attacco
di sesto grado (in libera, senza chiodi) era roba che non si era ancor vista…
Il 12 maggio del 1973 ero salito ai Resinelli in compagnia
di Alessandro Figini, un bravo ragazzo voglioso di fare ma privo di
qualsivoglia esperienza alpinistica.
Quindi nessuna velleità da parte mia, se non che tenere un
elementare corso di roccia all’amico - propedeutico alla realizzazione di un
progetto che da tempo mi frullava nella testa: sperimentare sul campo se un’Alta Via delle Grigne
era fattibile, esperienza portata a buon fine con Alessandro poche
settimane dopo.
Legato alla corda, ben presto l’amico mi
raggiunge in vetta al Sasso Rossi, la guglia alta una quindicina di metri che
forma uno dei lati del corridoio ai piedi della Est del Nibbio.
La vetta del Sasso Rossi è un fantastico punto
d’osservazione sull’intera parete Est del Nibbio su cui quel giorno erano
impegnate alcune cordate.
Proprio di fronte a noi, due alpinisti di lingua tedesca
decidono di attaccare la via Campione d’Italia, una delle mie predilette.
Svelto tolgo dallo zaino la Zenza Bronica - due chili e
mezzo più altri 7-800 grammi di ottica - inserisco un rotolino (12 diapositive),
calcolo ad occhio il tempo e il diaframma (le professionali non disponevano
di un esposimetro incorporato) e prendo a scattare, alternando le fotografie dei
due sulla Campione con altre che riprendono alpinisti impegnati sulla Boga e sulla McKinley.
Via Campione d'Italia
Via del diedro Boga
Via McKinley
Portata a buon fine la Campione d’Italia, i due teutonici decidono di
salire anche la via Comici, anche lei giusto di fronte a noi, sebbene un po’
più a sinistra.
Via dei diedri Comici
Via Cassin
Gildo e il suo compagno attaccano la Ratti ed io - cambiata
l’ottica normale con un mezzo tele,
vista la distanza - mi dedico totalmente a riprendere la loro arrampicata.